Viene in mente il premio Nobel per la letteratura Elias Canetti, quel suo aforisma sul “cretino che si è impadronito della catastrofe” e tocca fare nostro l’“avvertimento” del grande Alberto Savinio ai suoi lettori. L’ironia non è ironica: “diversamente da quanto si crede generalmente, l’ironia è seria”.
Comunque, a scanso di rappresaglie e ritorsioni (i cretini sono tanti, e in quanto tali, permalosi, sprovvisti di sense of humor) meglio farsi scudo in quella frase che si legge a premessa o chiusura di certi film: “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale”.
Chissà cosa diranno, e penseranno, i nostri pronipoti, quando il loro occhio cadrà su certe cronache dell’oggi. Quali i giudizi degli storici quando cercheranno di capire i nostri tempi, trovare una ragione per quello che accade. Penseranno a possibili e impensabili strascichi del Covid o di qualche altra pandemia?

Si chiama COPASIR: è il Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi di Sicurezza italiani. Ha avuto la bella idea di occuparsi degli “ospiti” in “talk” più o meno informativi nelle reti televisive italiane pubbliche e private: se siano o meno prezzolati da Mosca, per dire che a proposito della Guerra in Ucraina Vladimir Putin non abbia tutti i torti e anzi, abbia qualche ragione (se poi si scopre che intervengono a titolo gratuito e nessuno li foraggia in rubli?).
Per scoprire se sono o no agenti di Putin, intanto andranno in trasferta a Washington. Con questa logica, un richiesto analista come Edward Luttwak, che non nasconde la sua vocazione “muscolare” nei confronti di Mosca e di Pechino, ed è assiduo ospite di trasmissioni TV, è da ritenere prezzolato dal “complesso militare-industriale” Americano, a suo tempo evocato dal presidente generale Dwight D. Eisenhower? Per par condicio dovranno prima o poi indagare anche in quella direzione; magari una trasferta all’hotel Metropol di Mosca.
Ecco ora un’altra succulenta vicenda che tiene banco: una conduttrice del notiziario “Tg1”, lamenta d’essere stata “punita” (non si è ancora capito per quale motivo) anni fa a “convivere” in una stanza con un collega. Punizione sadica e perfida, dal momento che sarebbe “colpevole” di emissioni anali sgradevoli.

Una “punizione” frutto di un concorso di colpa, in associazione: infatti sono almeno cinque i dirigenti del “Tg1” che a vario titolo si sarebbero prestati alla losca macchinazione. Non solo: parrebbe che il petomane sia stato “intercettato” mentre chiedeva una raccomandazione a un ex parlamentare colpevole di concorso esterno mafioso e collegato alla massoneria immancabilmente deviata.
Poteva perdere la ghiotta occasione il presidente della commissione parlamentare antimafia, l’indimenticabile Nicola Morra? Certo che no. Prontamente chiede una cautelativa sospensione del pestifero giornalista: per il momento sospetto inquinamento, si vedrà se con l’aggravante mafiosa o semplice.
C’era una volta una Commissione antimafia: quella persone serie come di Girolamo Li Causi, di Gerardo Chiaromonte, di Pio La Torre, di Cesare Terranova. Ora c’è Morra, e non è un gioco.
Hai voglia di coltivare l’ottimismo della volontà. Incombe il pessimismo della ragione: dice che davvero tutto finisce, se già non lo è.