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January 2, 2021
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Per scoprire chi siamo basta vedere cosa cerchiamo su Google

Gli italiani e i motori di ricerca: coronavirus, congiunti, nuovo Dpcm e tutto quello che ha a che fare con la pandemia le parole più inserite

Francesco PirabyFrancesco Pira
Per scoprire chi siamo basta vedere cosa cerchiamo su Google

Image pixabay.com

Time: 3 mins read

A partire dai primi mesi della pandemia mi ero occupato di quali erano quelle parole che maggiormente venivano cercate sul web. Attraverso vari siti, ricerche e analisi, ero riuscito a comprendere che cosa stava succedendo anche alla nostra amata, ma a volte maltrattata, lingua italiana. Emergeva un dato molto:  chiaro la presenza di numerosi neologismi legati al Covid-19. Tantissime le neoformazioni sulla parola coronavirus.

Il portale Treccani.it registrò un aumento dei visitatori per la ricerca di alcuni termini in particolare: pandemia, assembramento e asintomatico. Poi l’arrivo di  “infodemia” anche questo un termine di nuova formazione: ” la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili“.  Pensate che la Treccani  ha stilato la “lista delle dieci Parole del coronavirus” in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e pubblicata all’interno della sezione “Le parole valgono” insieme ad una definizione per un loro utilizzo corretto e consapevole ed oltre a rintracciare “pandemia” e “infodemia” sono stati inseriti i seguenti termini: batterio, contagio, paziente zero, epidemia, letalità, quarantena, stress, virus. La Treccani ogni sette giorni ha dato tutti gli aggiornamenti per aiutare gli utenti a comprendere il significato veicolato dalle neoformazioni lessicali.

Insomma, gli italiani fin dal primo momento hanno dimostrato un grande interesse per i neologismi, ma anche per tutte quelle parole che non avevano attenzionato fino ad allora. 

Ed eccoci all’inizio del nuovo anno,  fare anche su questo il bilancio del 2020 appena trascorso un anno difficile e complicato, quello che si è appena concluso. Proprio per questo il portale quotidiano.net ha voluto riportare quali parole sono state maggiormente ricercate su Google. A mostrare l’elenco è stato lo stesso Google, divenuto ormai un colosso mondiale della comunicazione, che ha pubblicato: “Un Anno di Ricerche 2020”.

Emergono: Coronavirus, congiunti, nuovo Dpcm e tutto quello che ha a che fare con la pandemia. La gente si è documentata molto sui personaggi famosi che sono scomparsi come ad esempio: Sean Connery, Morricone, Maradona e Proietti. Una strage silenziosa dei più importanti protagonisti della scena televisiva, teatrale e sportiva italiana.

Ovviamente nell’elenco sono presenti tutte le parole che si ricollegano al Covid e tra le prime cinque troviamo: Classroom e Weschool, le piattaforme utilizzate per la didattica a distanza.

Tra le domande rivolte a Google figurano: “perché si chiama Coronavirus?”, “perché in Germania pochi morti?”. In  pole position c’è la domanda “perché votare si al referendum”. Al terzo posto si colloca un argomento leggero: “perché le scope stanno in piedi“. Continuano altre domande relative alla pandemia e ai bisogni che bisognava soddisfare durante il lock down: come fare la  tinta per capelli, come produrre l’ amuchina, come preparare in casa il pane e la pizza.

Nella sezione “Cosa significa” ai primi posti ci sono le parole: pandemia, Mes e Dpcm, ma anche Black Lives Matter, il movimento attivista nato all’interno della comunità afroamericana. Tra i personaggi più ricercati spiccano questi nomi: Alex Zanardi, Donald Trump, Giuseppe Conte e anche Elon Musk, l’ imprenditore di Tesla e Space X.

Tra gli eventi più cercati dagli italiani nel 2020 ci sono: il Campionato di serie A, le elezioni Usa e il Festival di Sanremo.

Insomma, abbiamo avuto un bel da fare e con le ricerche ci siamo sbizzarriti, avendo il tempo di imparare tantissimi termini nuovi o vecchi e sconosciuti.

Il sociologo Zygmunt Bauman sosteneva che: “Tutte le società sono fabbriche di significati, ma anche qualche cosa di più: sono i vivai della vita piena di significato”. Trovo sia un pensiero attualissimo, perché abbiamo la necessità di trovare le parole che ci aiutino a comprendere quello che è successo e sta ancora succedendo, perché non siamo ancora usciti dalla grave emergenza sanitaria che ci ha travolti. Ben vengano le ricerche per trovare le risposte alle nostre domande.

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Francesco Pira

Francesco Pira

“Il potere è fare le cose per gli altri”. Questa frase scritta nella piccola sacrestia di un prete cristiano caldeo a Bagdad è quella che mi ha sempre accompagnato nelle mie esperienze umane e professionali. Amo leggere, scrivere, ma soprattutto quando posso narrare. Mi piace, come sosteneva Enzo Biagi, raccontare storie di persone comuni. Scrivo da quando avevo 14 anni. Fin da giovane ho coltivato la passione del giornalismo. Oggi insegno, nell’ambito della sociologia, comunicazione istituzionale e teorie e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università di Messina. I miei territori di ricerca comunicazione e giornalismo con focus costanti sul rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie, la comunicazione politica, sociale e pubblica. Sono un siciliano che ama il “lato giusto” della Sicilia. Vivo con il sogno prima o poi di trasferirmi negli Stati Uniti.

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