Oggi è la giornata mondiale della libertà di stampa. Un giorno che noi riteniamo fondamentale e non perché riguarda la libertà dei giornalisti nel poter svolgere in sicurezza il loro lavoro, ma perché proteggendo i media, si protegge la libertà di tutti i cittadini del mondo, come del resto anche la dichiarazione Universale dei diritti umani proclamò fin dal 1948.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, anche quest’anno ha lanciato un appello per questa giornata, con un messaggio video in cui ha sottolineato il ruolo cruciale che i giornalisti hanno per aiutare la gente a prendere decisioni informate.
Guterres ha detto che nella situazione in cui ci troviamo oggi, l’accuratezza delle informazioni e quindi delle decisioni prese possono fare la differenza tra la vita e la morte: “Mentre la pandemia si allarga, è cresciuta anche una seconda pandemia, quella della disinformazione, da certi consigli sulla salute che invece fanno male alle teorie della cospirazione”.
“La stampa” ha aggiunto Guterres, “ci da l’antidoto con fatti verificati e scientifici basati sulle notizie e l’analisi”.
Più la crisi del COVID-19 si aggravava e più le Nazioni Unite e la World Health Organization (WHO-OMS) si sono concentrate a come controbattere alla COVID-19 “infodemic”. Guterres ancora una volta si è appellato ai governi di proteggere i giornalisti e tutti coloro che lavorano nei media e di mantenere la libertà di stampa. Il Segretario Generale dell’ONU ha aggiunto che, mentre restringere le libertà di movimento sono essenziali per combattere il coronavirus, “non devono essere abusate come scusa per limitare i giornalisti nel loro lavoro”.
Eppure, gli esperti dei diritti umanitari delle Nazioni Unite hanno già riportato che dall’inizio della pandemia, si sono avuti “racconti allarmanti” di ritorsioni nei confronti dei giornalisti, con la scusa che stessero diffondendo “disinformazione”. David Kaye, lo Special Rapporteur per la promozione e protezione del diritto alla libertà di opinione ed espressione, ha documentato queste minacce nel suo ultimo rapporto al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che guida il suo mandato. Kaye ha ribadito il ruolo critico della stampa specialmente durante una crisi sanitaria. In questi ultimi mesi, i media indipendenti (e con orgoglio ricordiamo, come La Voce di New York!) sono stati “uno strumento essenziale per l’informazione pubblica”, ha detto Kaye, con gli articoli in cui i giornalisti hanno rivelato quando i governi provavano ad ingannare i cittadini e anche aiutandoli a capire meglio la natura della pandemia. Quindi, ha continuato Kaye, arrestare i giornalisti per fare il loro dovere va contro gli obblighi che dovrebbero invece assicurare l’ ambiente adatto al lavoro dei media.

In questo momento, circa 250 giornalisti nel mondo sono agli arresti, secondo l’ultimo rapporto diffuso dal Committee per proteggere i giornalisti. A parte il fatto del rischio che questi giornalisti incorrono nelle carceri dove il virus si sta propagando ancora di più, Kaye ha detto che “la criminalizzazione del giornalismo deve finire. Questo deve iniziare e con urgenza con il rilascio dei giornalisti dallo stato di detenzione”.
Alla fine, il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres nel suo messaggio ha ringraziato i media “per fornire fatti e analisi; per tenere il potere – in ogni settore – responsabile; per dire la verità al potere”. E nel ribadire che i giornalisti in questo momento hanno un ruolo nel “salvare vite” con i loro articoli sull’emergenza sanitaria, Guterres ha concluso: “Mi appello a tutti i governi di proteggere i lavoratori dei media, e di rafforzare e mantenere la libertà di stampa, che è essenziale al futuro della pace, della giustizia e dei diritti umani per tutti”.
A questo punto, nel festeggiare anche noi la giornata mondiale per la libertà di stampa, ribadiamo il nostro appello ai nostri lettori sparsi nel mondo. Ponendoci tutte alcune domande alle quali dobbiamo dare insieme delle risposte.

Come fa a restare indipendente e credibile il giornale che abbiamo fondato a New York sette anni fa? Come si fa senza farlo scendere a compromessi e senza farsi aiutare da chi poi ti chiede “gli interessi”? Come si fa a reggere un quotidiano in doppia lingua senza aver mai preso neanche un dollaro in aiuti pubblici e governativi, né da Roma né da Washington DC? Come si fa, senza avere un minimo di risorse adeguate, a continuare a portar avanti un giornale che lo scorso mese ha raggiunto 438 mila lettori unici di cui il 60% negli Stati Uniti?
La risposta onesta e chiara è solo una: non si può fare. O meglio, si è potuto miracolosamente fare finora solo grazie a degli enormi sacrifici personali e all’aiuto volontario di bravissimi e generosissimi collaboratori a New York e ovunque, al di là dell’Oceano. Ma non si può continuare a pubblicare La Voce di New York così com’è, libera e indipendente, senza l’aiuto dei suoi lettori. Già, voi lettori siete gli unici che potete veramente preservare i valori di indipendenza e libertà de La Voce di New York contribuendo così alla salute e alla forza del vostro strumento credibile d’informazione per gli italiani e gli amanti dell’Italia in America e sparsi nel mondo. Allora vuoi continuare ad avere una voce libera e indipendente, quindi autorevole? Aiutaci. Il 25 aprile, il giorno in cui in Italia si celebra la festa della liberazione dal nazi-fascismo, è anche il compleanno della Voce, nata proprio in quel giorno. Se credi ancora nel valore della libertà, quello protetto dal First Amendment della Costituzione USA e riconquistato il 25 aprile 1945 dagli italiani aiutati proprio dagli americani, vai sul tuo giornale fondato su questo valore, e contribuisci per quello che ritieni giusto. Basta aprire un articolo e troverai Lady Liberty in persona al tuo fianco, per non mollare, ora più che mai. Anche con la mascherina, mai col bavaglio!
Vuoi sapere di più su La Voce di New York e il suo direttore? Guarda questo video…