Si apre oggi a Davos il World Economic Forum (WEF) che si chiuderà il prossimo 20 di gennaio.
L’accattivante tema di quest’anno sarà “La cooperazione in un mondo frammentato“, in un’edizione che vedrà un numero record di partecipanti: ben 52 capi di Stato e di governo.
Ma sarà un vero WEF quest’anno?
Secondo la RSI svizzera pare ci siano molti dubbi al riguardo. Infatti, a spiccare dovrebbero essere diverse assenze significative e istituzionali – come quelle delle due maggiori potenze economiche ed industriali: Stati Uniti e Cina. Le due superpotenze hanno deciso di non inviare nessuno a rappresentarle. Allo stesso modo si sono comportate Francia e Regno Unito, oltre ovviamente alla Russia per le note vicende belliche.
Ad aprire il Forum sarà come di consueto il fondatore Klaus Schwab, accompagnato dall’attuale Presidente della Confederazione svizzera Alain Berset.
Comunque sia, il meeting di Davos si tiene in un momento di grandi incertezze internazionali, dalla guerra in Ucraina alla crisi energetica e alla minaccia di recessione. Nemmeno le prospettive economiche sembrano rassicuranti: secondo Chief Economists Outlook, una survey fra i capi economisti delle maggiori istituzioni finanziarie e aziende, il 2023 porterà una recessione globale, con l’economia che continuerà ad essere segnata dalle tensioni geopolitiche e la Fed e la Bce che continueranno nella stretta monetaria.
A sostenerlo sono financo i due terzi degli economisti consultati – il doppio che nello scorso settembre – i quali considerano una recessione globale “estremamente probabile”.
Viste le probabili assenze faranno la parte del leone gli europei – con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, affiancata dal suo vice Valdis Dombrovskis e dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Attesi, altresì, il commissario per gli Affari economici – l’italiano Paolo Gentiloni – e il commissario per il Bilancio, Johannes Hahn.
L’Italia si distinguerà con la presenza del solo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che, ad essere onesti, sembra una presenza poco significativa con le questioni economico-finanziarie di cui si dibatterà, vista la presenza di Kristalina Georgieva e di Christine Lagarde, rispettivamente presidente del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea.
Gli Stati Uniti saranno assenti, come detto, sul piano delle istituzioni politiche ma presenti con l’inviato per il Clima, John Kerry, il direttore dell’FBI Christopher Wray, insieme a Avril Haines, a capo dell’intelligence.
L’unica certezza è che il conflitto in Ucraina sarà comunque uno degli argomenti principali del Forum, con il sicuro intervento del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg insieme ai nuovi due membri dell’Alleanza Atlantica, Svezia e Finlandia – che invieranno, rispettivamente, la ministra degli Esteri, Ann Christin Linde e la premier Sanna Marin.
Vale la pena ricordare che la Russia è boicottata da Davos dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina – con quest’ultima che dovrebbe, quasi certamente, inviare al Forum una delegazione.