Con l’arrivo dei numerosi Ministri dell’Economia e Finanza all’Arsenale di Venezia, ha preso il via nella giornata di venerdì il Forum del G20, con in programma diversi simposi. Il cuore centrale delle discussioni ha ruotato intorno a tre tematiche principali: persone, pianeta e prosperità.
L’intervento di Paolo Gentiloni, nella veste di Commissario dell’Economia per l’Unione Europea, ha sottolineato come la fragilità di Venezia sia da correlarsi alla fragilità del pianeta.
“Abbiamo bisogno di investimenti verdi – ha detto l’ex Premier – per fronteggiare il cambiamento climatico. A tale proposito abbiamo bisogno di una tassazione verde per finanziare obiettivi propositivi che possano incoraggiare buoni comportamenti. A Bruxelles stiamo preparando un pacchetto di proposte che tengono in considerazione tre elementi: revisione del prezzo del carbonio e controllo delle emissioni, revisione delle vecchie normative che ancora favoriscono i fossili come combustibili e infine il controllo del carbon leakage”.

Questi sono obiettivi che potrebbero comportare rischi economici e politici a danno delle comunità più vulnerabili. Il compito del G20 è quello di saper coordinare e creare proficue collaborazioni a livello mondiale al fine di controbilanciare questi rischi.
A questo proposito, l’intervento di David Malpass, presidente della World Bank Group ( WBG), ha evidenziato il concetto di “sviluppo inclusivo”: un processo che attraverso l’incentivazione di politiche fiscali possa coinvolgere i Paesi in via di sviluppo. Si richiede quindi ai paesi sviluppati di garantire aiuto ai Paesi in difficoltà, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia. “Per gli Stati più fragili è molto più difficile portare avanti politiche di economia sostenibile, ma questa è la nostra sfida – dichiara il Ministro francese – È importante e necessario riuscire a coordinare sostenibilità e prosperità e aiutare le oltre 100 milioni di persone in povertà”.

L’approccio da adottare per facilitare questo processo deve essere multisettoriale e rispettare le esigenze di tutti i paesi. “Aiutare il cambiamento significa considerare una serie di politiche che facilitino una crescita economica più verde e inclusiva, mentre i cambiamenti necessari della fiscalizzazione devono tener conto delle esigenze dei diversi Paesi”.
Vitale quindi il compito dei Ministri dell’Economia e Finanza, che devono incrementare la spesa e trovare nuovi strumenti fiscali per facilitare i processi economici: tassazioni e incentivi devono essere applicati per ridurre le varie forme di emissione.
L’intervento più atteso della giornata è stato quello di Janet Yellen, Segretario del Tesoro sotto la presidenza Biden, che ha esordito dichiarando “Noi paesi sviluppati abbiamo una grande responsabilità e dobbiamo agire e trovare gli strumenti politici e tecnologici per realizzare il nostro obiettivo di “Carbon Zero”. Il presidente Biden si è posto obiettivi ambiziosi e sono sul tavolo programmi importanti per rendere il trasporto negli Usa più verde”
Yellen ha anche sottolineato l’importanza di migliorare la disponibilità delle informazioni e ha auspicato la formazione di gruppi di lavoro sulla sostenibilità insieme a studi per contrastare le ricadute negative.

In risposta all’intervento della Segretary Yellen, il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire ha dichiarato che “il clima e l’ambiente hanno costi elevati, ma la buona notizia è che gli Stati Uniti sono nuovamente con noi”. Le Maire ha sottolineato la necessità che il costo del carbonio debba rispecchiare il prezzo che paghiamo per proteggere l’ambiente. Infatti, in Europa, grazie agli incentivi, le imprese hanno ridotto le emissioni del 35 %, mentre altrove questo non sta accadendo, provocando un aumento dell’inquinamento. “Dobbiamo quindi incentivare altri paesi fuori dall’Europa, paesi in via di sviluppo – ha concluso Le Maire – a creare un sistema più efficace, provvedendo a misure di compensazione per i Paesi più fragili”.
Il ministro tedesco Olaf Scholz ha ribadito l’obiettivo del “Carbon free” per il 2050 e l’importanza di coordinare le diverse politiche in modo da coordinare una strategia globale e nello stesso tempo salvare l’industria. “La battaglia che dobbiamo fare è quella contro le emissioni di carbonio – ha dichiarato – non contro altri Stati. Ecco perché la cooperazione a livello globale deve rappresentare uno dei nostri grandi obiettivi”.
Un’esortazione fondamentale è infine arrivata dal Segretario Generale dell’ONU António Guterres, che ha ricordato come il G20 sia la sede di discussione giusta per implementare un piano vaccinale globale. È poi intervenuto sul clima, sottolineando che occorra “che tutti i paesi del G20 aderiscano all’impegno di raggiungere una diminuzione del 45% delle emissioni entro il 2030”, ribadendo la promessa fatta nel 2009 e mai mantenuta di destinare 100 miliardi di dollari alla causa ambientale.
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