“Abbiamo trovato un accordo” dice il presidente Joe Biden sorridente dalla Casa Bianca. L’accordo è quello sul piano per le infrastrutture. “E’ un compromesso che non contiene tutto quello che avevo promesso. Ma lo sottoscrivo” afferma sorridente tra i senatori democratici e repubblicani che si alternano ai microfoni dei giornalisti sottolineando il successo bipartisan della lunga trattativa.
L’iniziativa è stata avviata dai centristi, 21 democratici e repubblicani, in alternativa a quella ufficiale del partito repubblicano avviata dalla senatrice Shelley Moore Capito che nei giorni scorsi si era arenata.
“Saranno creati milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti e potremo essere competitivi con il resto nel mondo”, ha assicurato il presidente, aggiungendo “non c’è nulla che l’America non riesca a fare quando è unita”. “Nessuno ha ottenuto tutto quello che voleva”. Ma l’accordo, che “ci proietta nel futuro, segna un passo in avanti importante perché sblocca l’impasse delle trattative che sono andate avanti per mesi, ammorbidisce i contrasti fra democratici e repubblicani e lascia presagire la possibilità di altri accordi su altri argomenti”.
Biden ha continuato affermando che l’accordo raggiunto è stato limitato dalla condizione dettata dai repubblicani che imponeva di non aumentare le tasse. E così il piano ha perso per strada un miliardo di dollari, quello destinato per i provvedimenti sociali, da Biden definiti “Human Infrastructure”.
Originariamente il piano della Casa Bianca per L’American Jobs Plan era da 2 mila miliardi e quello dell’American Family Plan era di altri 2 miliardi. Che l’accordo raggiunto sia “il frutto del compromesso” così come l’ha definito il presidente, è evidente dai numeri. Inizialmente la Casa Bianca aveva proposto il piano da 2.300 miliardi di dollari, bocciato dai repubblicani che, sul piatto, avevano rilanciato con poco più di 500 miliardi da investire sulle strade, sui ponti e sulla banda larga.
Biden ha assicurato che i 400 miliardi destinati all’assistenza agli anziani, i 112 per il miglioramento del sistema scolastico, i 213 per la costruzione delle case per gli americani che hanno un basso reddito, e i 180 miliardi per la ricerca e lo sviluppo dei sistemi energetici alternativi, inclusi i 35 miliardi destinati alla ricerca sul clima verranno, risolti con il “reconciliation”, un provvedimento finanziario che per essere approvato dal Senato non richiede la maggioranza qualificata dei 60 voti, ma solo la maggioranza semplice. Il presidente ha ripetutamente affermato il suo impegno per sorpassare i tagli imposti dai repubblicani ben sapendo che sono quelli che stanno più a cuore alla sinistra del partito democratico. Nei giorni scorsi senatori e congressman della sinistra dem avevano minacciato l’astensione dal voto se le misure sociali non fossero state incluse nel pacchetto. Ed ecco così la decisione del presidente di preparare una misura finanziaria in aggiunta da destinare solo alle “human Infrastructure”.
L’intesa consente a Biden di mantenere la sua promessa sulle tasse: “Non costerà nulla a chi guadagna fino a 400.000 dollari l’anno”, dice. L’iniziativa è infatti finanziata da un inasprimento dei controlli fiscali sui più ricchi, da vendite dalle Riserve Petrolifere Strategiche e da partnership pubblico-private, oltre che dalla maggiore crescita economica che dovrebbe innescare. Non toccati quindi i benefici fiscali concessi da Trump sui capital gain.
Per ora la leadership del partito repubblicano non ha commentato.