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April 1, 2021
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Mentre vola Wall Street, Joe Biden sprona il suo cabinet per lanciare il piano economico

La Casa Bianca punta all’approvazione immediata al Congresso dell’American Jobs Plan e dopo dell’American Family Plan; ma intanto al confine col Messico...

Massimo JausbyMassimo Jaus
Time: 6 mins read

La risposta di Wall Street all’American Jobs Plan, il piano del presidente Joe Biden per investire 2.000 miliardi di dollari in otto anni nelle infrastrutture è stata positiva. I mercati finanziari hanno celebrato. Il Dow Jonwes ha guadagnato 170 punti, S&P 500 ha superato per la prima volta quota 4 mila, il Nasdaq ha guadagnato 233 punti. Il prospetto di liquidità, trasformazione, ripresa economica e lavoro ha dato una spinta di ottimismo agli investitori.

Oggi alla Casa Bianca c’è stata la prima riunione del Gabinetto del presidente Biden. Riunione in persona che dalla usuale Conference Room della West Wing della Casa Bianca è stata spostata alla East Room, un salone molto più spazioso, dove di solito si tengono le serate speciali, in ottemperanza al distanziamento fisico. I giornalisti sono stati ammessi per i primi tre minuti dei lavori. Dei 25 ministri scelti da Biden 15 sono stati confermati dal Senato, altri 10 sono in attesa di conferma ma hanno preso parte ugualmente ai lavori. Unica eccezione Neera Tanden, scelta da Biden per dirigere l’Office of Management and Budget che ha ritirato la sua candidatura dopo l’opposizione dei repubblicani. Al suo posto c’era Shalanda Young. A loro si sono aggiunti la vicepresidente Kamala Harris e il capo di Gabinetto Ron Klein. Nella stanza, un po’ in disparte, una miriade di aiutanti dei ministri. Per i primi tre minuti il presidente Biden si è rivolto a Pete Buttigieg, segretario ai Trasporti, a Jennifer Granholm, segretario all’Energia, Marcia Fudge, segretario allo Sviluppo Urbano, a Marty Walsh, segretario al Lavoro e Gina Raimondo, segretario al Commercio, chiedendogli di avere visibilità con gli americani per tracciare i benefici del piano di rinnovo delle infrastrutture e di portare lo stesso messaggio anche al Campidoglio. Subito dopo il presidente ha dato disposizione a tutti i suoi ministri di ridurre il bilancio di spesa dei loro dicasteri e di acquistare solo prodotti Made in the USA. A questo punto i giornalisti sono stati allontanati e la riunione è continuata a porte chiuse.

Un inizio in netto contrasto con la prima riunione del gabinetto di Trump in cui, stile Corea del Nord, i primi 5 minuti furono di applausi e lodi per il successo elettorale dell’ex presidente.

La portavoce della Casa Bianca ha detto che si è parlato perlopiù del piano presentato ieri a Pittsburgh dal presidente. Il progetto per il rilancio dell’economia, la lotta al coronavirus, il sostegno agli americani che hanno perso il lavoro, che il presidente ha preferito dividere in due parti con la sua iniziativa Build Back Better. La prima, quella per la quale la Casa Bianca vorrebbe l’approvazione immediate del Congresso, è questa dell’American Jobs Plan con una spesa di 2 mila miliardi di dollari. La seconda, l’American Family Plan, che ha come obiettivi il miglioramento della qualità della vita e la riduzione delle disparità sociali, per la quale si prevede un altro piano di spesa di 2 mila miliardi, verrà presentata in estate.

La reazione dei repubblicani al piano di Biden è un po’ confusa. Il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha detto che è contrario e che farà di tutto per bloccare questa iniziativa. “Questa proposta del presidente – ha detto McConnell – è la medicina sbagliata per curare l’economia degli Stati Uniti”. Per il senatore del Kentuky il fatto di aumentare le “capital tax” per finanziare l’American Jobs Plan è un ossimoro. “Inevitabilmente ci saranno meno investimenti e di conseguenza lavoro e occupazione continueranno a languire”, ha detto McConnell. L’ordine di scuderia del leader repubblicano del Senato è un “no a tutti i costi”. Per ora gli altri senatori repubblicani non si sono esposti.

Alcuni governatori repubblicani, invece, si sono espressi positivamente vedendo i vantaggi che ne deriveranno nei loro Stati per i quali il “conto” sarà sostenuto dal governo federale. Tutti, democratici e repubblicani, si rendono conto che il piano per rimettere in sesto le infrastrutture nel Paese è necessario e non può più essere rinviato. In passato nessun presidente ha avuto il coraggio, o la forza politica, per poterlo attuare. Joe Biden con la gravissima crisi avuta in eredità ha dovuto assolutamente preparare un piano di rilancio per l’occupazione e l’economia duramente provate dalla pandemia, con fabbriche, negozi, esercizi commerciali, ristoranti chiusi e milioni di disoccupati. Per lui il piano di ristrutturazione delle infrastrutture è una scelta obbligata per ridare occupazione e rilanciare l’economia. Giustamente ieri, nel discorso dove ha presentato il progetto, ha detto “Tutti si rendono conto che il piano deve essere attuato. La differenza è che i repubblicani vogliono le ristrutturazioni senza doverle pagare”. Anche se è svanito il sostegno dell’opposizione molto probabilmente il piano passerà ugualmente, sempre che il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, riesca a tenere in riga tutti i senatori democratici. Basta una sola defezione che il piano salti. Biden può aggirare l’ostacolo dei 60 voti al Senato avvalendosi del “Riconciliation Plan”, come ha fatto per il piano da 1.9 mila miliardi di dollari per lo stimolo economico dello scorso mese.  Il “Riconciliation Plan” è un modo per far passare al Senato le proposte che hanno a che fare con le spese di gestione federale e il debito federale per le quali c’è bisogno solo della maggioranza assoluta e non del voto di 60 senatori. Camera e Senato voteranno a maggioranza semplice e se ci dovessero essere differenze nelle due versioni si troverà la maniera per armonizzare i due testi della legge.

Oggi alla Camera la repubblicana Marjorie Taylor Green ha proposto in aula un disegno di legge per licenziare il dottor Fauci: il Fire Fauci Act. Secondo la parlamentare dei QAnon il responsabile dei National Institute of Allergy and Infectious Diseases deve essere allontanato fintanto che il Senato non troverà un direttore più adeguato per dirigere l’istituto. Il fatto è che il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases è scelto dal presidente e la sua nomina non richiede l’approvazione del Senato. Ma questo Marjorie Taylor Green non lo sa.

Mentre a Washington la politica continua le schermaglie, la situazione si aggrava al confine con il Messico. Ieri due bambine ecuadoriane di tre e cinque anni sono state calate dalla cima del muro che divide in alcune zone i due Paesi. La Bbc ha messo in rete nel suo sito le immagini registrate da una telecamera di sorveglianza in cui si vede una persona in cima al muro che lentamente fa scendere le bambine fino a circa la metà del muro e poi le lascia cadere. Le piccole sono state prese dagli agenti della US Customs and Border Protection e sono state portate a Santa Teresa, nel New Mexico. In un’altra zona al confine con il Texas, invece, un bambino dell’Honduras di quattro anni è stato trovato mentre camminava da solo sulla riva del fiume Rio Grande vicino Reynosa, di fronte alla città texana di McAllen.

Proprio il weekend scorso Stewart Rhodes, il leader degli Oath Keepers, il gruppo suprematista xenofobo, è stato invitato dal presidente del partito repubblicano del Texas, Allen West, a parlare ad un raduno che si è tenuto vicino il confine con il Messico “sull’invasione che viene dal Sud”. Alla fine dell’intervento razzista, Rhodes ha detto di sapere che i suoi giorni di libertà sono verso la fine perché verrà probabilmente accusato di crimini fabbricati per i quali non ha nulla a che fare. “Ho fatto solo quello che ogni patriota americano avrebbe dovuto fare” ha detto nel suo intervento. Un riferimento all’assalto al Campidoglio al quale hanno partecipato numerosi suoi seguaci. Per ora gli inquirenti non parlano, ma alcuni degli arrestati erano del suo gruppo. Nei giorni precedenti all’assalto ci sono stati contatti tra il fedele consigliere di Donald Trump, Roger Stone, e alcuni luogotenenti di Rhodes. Ieri alla Camera alcuni congressmen repubblicani hanno chiesto al Dipartimento di Giustizia di essere aggiornati sulle richieste di indagini fatte dai democratici su alcuni parlamentari Gop che nei giorni precedenti al 6 gennaio avrebbero fatto da guida ad alcuni invitati. Il Congresso è chiuso per i turisti a causa del coronavirus. Secondo le accuse dei democratici la visita guidata sarebbe stata fatta per far vedere dove erano gli uffici che i dimostranti avrebbero dovuto occupare.

Donald Trump durante un comizio (da youtube)

Infine, a New York le indagini su Donald Trump si concentrano più che mai sul direttore amministrativo della Trump Organization. Secondo il ben informato sito Above the Law, Allen Weisselberg, CFO della holding di Trump, dopo le testimonianze della ex nuora, Jennifer (ex moglie di Barry Weisselberg dal quale si è separate dopo un velenoso divorzio) ha confermato alcune delle testimonianze rese dall’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, sui benefici non dichiarati che Trump dava ai suoi impiegati. Barry Weisselberg è il responsabile della società che gestisce la pista di pattinaggio a Central Park. Oltre allo stipendio gli veniva dato l’uso di un elegante appartamento a Central Park South, venivano pagate le lease delle auto e le scuole dei figli. “Regali” che non sarebbero stati denunciati nelle dichiarazioni dei redditi. Indagini per fare pressione sul padre, Allen Weisselberg, per farlo testimoniare sull’uso disinvolto dei compensi che Trump avrebbe fatto per aggirare l’erario. Nei giorni scorsi il District Attorney di Manhattan, Cyrus Vance, ha ottenuto una ingiunzione giudiziaria per avere l’accesso agli estratti conto bancari di Allen Weisselberg.

Cyrus Vance nelle settimane scorse ha detto che non si ripresenterà alle elezioni e che lascerà il suo ufficio alla fine dell’anno. “E di sicuro – scrive il Washington Post – non vuole andar via dalla procura distrettuale senza aver concluso le indagini”.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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