Immersi ancora nei rituali digitali accademici, mediatici e informativi del tempo COVID-19 – eventi culturali, dibattiti, seminari e tavole rotonde (or Zoom table) – sono stato recentemente invitato ad un webinar che travalicherà la data della sua presenza on line e le cui ripercussioni potranno ridefinire il capitalism globale. Ce lo auguriamo davvero.
L’annuale evento della Harvard Divinity School (HDS) dedicato a Peter J. Gomes (HDS 68) prestigioso riconoscimento assegnato ad una personalità accademica o non della HDS, quest’anno aveva per tema Border Crossing. E proprio l’attraversamento dei confini, se vogliamo l’uscita dai recinti della HDS ha premiato Nitin Nohria, decimo Dean della Harvard Business School (HBS). Introdotto dal Dean della HDS Neil Hempton, Alonzo L. McDonald Family Professor of Evangelical Theological Studies, and John Lord O’Brian Professor of Divinity.

Nitin Nohria, nato in India, da famiglia Indu ed educato presso scuole cattoliche arriva negli USA nel 1984 per un dottorato presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology). Dopo inizia la sua carriera accademica presso Harvard sino ad arrivare alla carica di Dean dell’HBS.
Ed è proprio durante la sua tenure ship alla HBS che Nitin Nohria individua la necessità pedagogica e teorica di riformulare il modello capitalistico corrente, troppo incentrato sul solo profitto per aprirlo ad istanza culturali, religiose ma soprattutto di responsabilità sociale e civile delle corporation (almeno attraverso l’insegnamento ai selezionati futuri leader mondiali frequentanti la HBS). Di qui corsi co-insegnati con Diane Eck (docente di Religione Comparata), Marshall Ganz (docente presso la Kennedy School of Government) and “community organizer” e con Bernie Steinberg (Direttore di Harvard Hille).
Secondo Nitin Nohria, oggi più che mai “per comprendere la frammentarietà globale e per capire le culture nelle quali si va a fare business” bisogna comprenderne le profonde istanze culturali e valoriali. Niente meglio e più della religione struttura la consapevolezza ed i valori dei popoli e delle società, soprattutto mirando alla reputazione della corporation che cresce anche attraverso il suo coinvolgimento sociale e comunitario. Dunque una intersezione didattico-formativa tra la Business School e la Divinity School che si prospetta l’asse portante per la formazione dei futuri leader del business globale. Non a caso uno dei corsi della collaborazione Divinity School e Business School avrà per titolo: Faith and Leadership in a Fragmented World. Funzionerà? Le opzioni non sono molte visto il crescente squilibrio economico globale.