Enrico Rossi è il Presidente della regione Toscana dal 2010. Sulla sua pagina personale, dove si possono trovare tantissime notizie che riguardano la regione e le molte iniziative intraprese, c’è scritto: “Bisogna risvegliare nei giovani l’ardore della politica. Penso a un socialismo per Millennial, perché il capitalismo non è un tabù”.
Nel suo breve viaggio in California la sua agenda è stata fittissima, oltre a visite a grandi aziende ed incontri con imprenditori italiani nella Bay Area, Rossi ha partecipato ad un incontro organizzato dal Dipartimento Studi Italiani di Berkeley presso l’Istituto Italiano di Cultura: “L’Italia e l’Europa di fronte alla sfida della globalizzazione”. Al dibattito, moderato dalla manager e Presidente del Comites Elisabetta Ghisini, ha partecipato anche lo scrittore e giornalista Enrico Deaglio, che risiede da alcuni anni a San Francisco.

Rossi ha sottolineato come “l’idea dell’Europa dei popoli, della necessità di una maggiore democratizzazione e coesione sociale è fondamentale”. “Le prossime elezioni europee saranno epocali”, afferma Rossi, “fino adesso l’Europa è stata governata da un’intesa fra cristiano sociali e socialisti, larghe intese delle quali si possono dire tante cose negative, ma che ci hanno fornito pace e unità. Questa maggioranza può essere sostituita da un’altra che mette insieme sovranisti conservatori e destre popolari. Se così fosse avremmo davanti anni di paralisi dei processi unitari e di blocco dell’Europa, ovvero un ritorno indietro alla chiusura nei confini nazionali”.
Durante la sua visita californiana, il governatore della Toscana inaugura anche le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del genio toscano Leonardo da Vinci, incontrando i direttori dell’omonima Leonardo da Vinci Society al cui Presidente, Amelia Antonucci, viene presentato il “Certificate of Honor” da parte del sindaco di San Francisco London Breed, consegnato dalla Supervisor Catherine Stefani.
Salve Presidente Rossi, come è andata questa breve visita nella Bay Area?
“Sono molto soddisfatto, l’invito mi era stato fatto dall’Università di Berkeley e poi devo ringraziare il Consolato e il Console Generale Lorenzo Ortona per averci fatto visitare molte realtà avanzate nella ricerca e innovazione, a San Francisco e nella Silicon Valley. Ho incontrato un gruppo di imprenditori che lavora nel mondo della ricerca, ICT e informazione, ho visitato la Genentech (il ramo Americano del gruppo Roche, prima azienda farmaceutica degli USA) la IBM Watson, specializzata in intelligenza artificiale e Mind the Bridge, una azienda di consulenza che mette in contatto aziende e start up. Come regione Toscana ci siamo detti disponibili ad accogliere investimenti, richieste, senza dover passare da tutta quella burocrazia che solitamente scoraggia le imprese. Ho anche conosciuto Federico Faggin, l’inventore del primo microchip e colui che ha dato praticamente vita alla Silicon Valley”.
Vede delle analogie fra Toscana e California? Ad esempio la produzione vinicola e il fatto di essere due mete turistiche ambite?
“Si, anche se devo ammettere di non conoscere bene gli Stati Uniti, ho fatto un viaggio tempo fa per conoscere la sanità Americana e ora sono venuto in California che sembra essere un mondo a parte. Anche per la Toscana potrei dire lo stesso, visto che ha un’identità particolare, sentita anche da chi ci abita”.
Come è stata la visita a Berkeley al monumento dell’artista George Segal per ricordare le vittime della Shoah? Quanto è importante ricordare la storia e parlare di pace e libertà?
“E’ stata davvero una cerimonia toccante. Il monumento è molto bello e mi ha colpito il fatto che ci fossero anche il console giapponese, svizzero, austriaco, un mondo che si è ritrovato insieme per ricordare. La storia non si ripete ma ci sono sempre analogie, similitudini ed assonanze. Anche oggi attraversiamo un momento in cui razzismo e forme di intolleranza stanno riprendendo forza e minacciano i valori fondamentali della nostra civilità. E’ importante ricordare alle nuove generazioni che la criminalizzazione di chi è diverso e i nazionalismi hanno prodotto una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità”.

Quando era sindaco di Pontedera ha combattuto e vinto la sua battaglia per non far trasferire al sud la storica fabbrica della Piaggio, ha creato il “Progetto Pontedera” con un Polo Tecnologico, il Museo della Piaggio e una nuova zona industriale. Ha anche investito molte risorse nei porti di Piombino e Livorno. Quali sono le ricette per mantenere o aumentare il livello occupazionale sul territorio?
“Bisogna cominciare con il dire che ci sono due Toscane: la Toscana del centro che va da Pisa, Firenze fino ad Arezzo, che presenta un forte dinamismo e piena occupazione, con una crescita del PIL superiore a quella nazionale, con un export straordinario, con la moda, l’oro di Arezzo. Poi c’è una Toscana molto più debole, quella della costa, che dopo la crisi dell’industria di stato degli anni ‘70 non si è mai ripresa. Sto cercando di fare tutto il possibile perché questa Toscana ricresca. Non si tratta di usare una bacchetta magica ma credo che i porti possano diventare i veri traini dello sviluppo della costa stessa. Abbiamo investito molto denaro e qualcosa sta tornando, vedo tanto interesse, anche da parte degli armatori”.
La Toscana fa parte delle regioni che hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il “Decreto Sicurezza” voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Quali sono le conseguenze concrete e pratiche sul territorio di questo decreto, che impedisce il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari?
“In Italia abbiamo centinaia di migliaia di presenze irregolari. Tuttavia, per quanto occorrerebbe bonificare e risolvere questa situazione per far emergere gli irregolari (come viene detto nella proposta Bonino, che ho firmato e sostenuto) queste persone sono già inserite nel tessuto del territorio anche se in modo non legale. La soluzione sarebbe di regolarizzare specialmente coloro che lavorano in nero, in agricoltura e nel settore manifatturiero, mandando avanti interi reparti. Regolarizzando queste persone ci sarebbe anche un guadagno dal punto di vista economico, con un ritorno in tasse. L’idea di rimpatriarli tutti e 500mila, infatti, è praticamente impossibile, è mera propaganda, anche perché l’Italia non ha accordi bilaterali in tal senso. Li ha solo con Marocco, Algeria, Egitto, Nigeria. Quello che accadrà con il decreto Salvini è che nel giro di un annetto, un annetto e mezzo circa 80mila persone in tutta Italia verranno buttate fuori dai centri di accoglienza e si ritroveranno per la strada. In Toscana abbiamo calcolato che ci saranno circa 5000/6000 disperati che non sapranno dove andare.
I diniegati, cioè coloro che non hanno ottenuto il diritto di asilo e coloro che non potranno avere la protezione umanitaria, saranno buttati fuori e saranno lasciati a loro stessi. Quindi come regione ci preoccupiamo del probabile forte incremento della criminilità, perché queste persone saranno ancor più facile preda della criminalità organizzata. I sindaci, non potendo più iscriverli all’anagrafe, non sapranno più chi sono, quanti sono e dove sono. Non si potrà fare assistenza sociale e non saranno comunicati più neanche i nominativi per le vaccinazioni.
La nostra costituzione prevede che i diritti umani, che sono universali, attengano alla persona, anche se non ha lo status di cittadino. Proprio per questo la Toscana (insieme alle Marche, Basilicata, Sardegna, Umbria, Emilia Romagna, Calabria e Piemonte, con possibile prossima adesione anche di Lazio e Campania e tanti comuni ndr) ha fatto ricorso alla consulta”.

La sua regione è stata decretata come eccellenza italiana nel settore sanitario nel 2017 dal centro di ricerca dell’Università di Roma Tor Vergata “Crea Sanità”. Ultimamente sono state criticate le lunghe file di attesa e altre problematiche. Come intende migliorare ancora il servizio?
“Per sua natura il servizio sanitario pubblico sconta sempre queste criticità. A volte mancano le risorse, altre l’organizzazione, qualche volta ci sono resistenze corporative. La grandezza del servizio sanitario nazionale che, ricordiamolo, serve tutti ad alto livello, produce spesso problemi di liste d’attesa, di prese in carico dei pazienti. Bisogna lavorare assiduamente, ogni giorno, alla soluzione di questi problemi”.
Quali sono i prossimi progetti al ritorno in Italia?
“Ci stiamo concentrando molto sull’economia circolare, qui in California ci sono tanti spunti. L’economia circolare è valida non solo perché l’industria non impatti negativamente sull’ambiente, ma anche per fare business, per chiudere il cerchio delle attività produttive. Può diventare un discorso molto attrattivo, se offriamo ad un’ impresa di chiudere il cerchio”.
Deve mandare una cartolina dalla Toscana, quale immagine sceglierebbe fra mare, colline e città d’arte?
“Sceglierei il mare, sicuramente. Avevo una barchetta a vela ma l’ho venduta. Un giorno vorrei riprenderne una, il mare mi piace tantissimo, sono anche un grande appassionato di diving”.
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