L’Emilia Romagna fa scouting negli Stati Uniti, in vista dell’apertura della prima università dei motori del mondo, partendo dal Consolato italiano a New York. Ospite del Console Generale Francesco Genuardi, una delegazione italiana ha presentato questo progetto tutto italiano: hanno preso la parola l’Assessore al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro della regione Emilia-Romagna Patrizio Bianchi, l’Amministratore delegato di Dallara USA Stefano De Ponti, il Vice-rettore dell’università di Bologna Antonio Rotolo e il Professor associato di disegno ingegneristico e industriale Francesco Leali dell’università di Modena e Reggio Emilia.
“L’idea di base di questo progetto rivoluzionario è fare tesoro del territorio romagnolo, che per tradizione accoglie studenti da tutto il mondo – ha anche l’università più antica d’Europa -, offre un’ottima qualità della vita e soprattutto è la sede di uno dei poli motoristici più competitivi d’Europa”, ha detto l’Assessore Bianchi.
Protagoniste di questa impresa made in Italy al cento per cento saranno i quattro poli universitari emiliano-romagnoli di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Parma e Ferrara e le migliori aziende motoristiche italiane, Maserati, Lamborghini, Dallara, Ferrari, Magneti Marelli, Toro Rosso, Haas F1 Team, HPE Coxa.

La prossimità tra le università e le aziende, infatti, è la vera novità delle due lauree magistrali in Advanced Automotive Enegeneering e Andvanced Automotive Electronic Engeneering di nuova apertura nel distretto romagnolo e “I 150 studenti selezionati ogni anno potranno fin da subito misurarsi con il mondo del lavoro, facendo pratica nelle aziende, invece di arrivarci alla fine, con i sei mesi di stage” ci ha detto il Professor Francesco Leali.
Promosse dall’associazione Motorvehicle University of Emilia Romagna (MUNER), i due corsi di laurea magistrale altamente specializzati si svolgono in lingua inglese, sono residenziali e accolgono all’anno 20 studenti internazionali non provenienti dall’Unione Europea.
“L’elemento di novità è che le aziende, le “super car companies”, diventano luoghi di formazione – ha detto l’Assessore Bianchi – Quello che vogliamo realizzare è la sintesi tra tradizione e innovazione e mettere insieme tutti le eccellenze del territorio, inclusi il cibo e la qualità della vita della nostra regione.” Il punto di forza della Motovehicle University of Emilia-Romagna è – ribadisce De Ponti – l’incontro tra la cultura accademica italiana celebre in tutto il mondo, il nostro know how, e le competenze delle nostre industrie, che possono offrire agli studenti l’how to do.

I corsi di laurea saranno residenziali e si svolgeranno tra Bologna e Modena, le classi saranno composte da massimo 25 studenti per garantire un rapporto diretto e continuo con i docenti e le lezioni saranno divise tra teoria e laboratorio nei laboratori aziendali dei partner industriali, secondo la logica del learning by doing.
“Stiamo cercando i migliori studenti del mondo” ha detto il Professor Antonio Rotolo, “per valorizzare l’università motoristica più competitiva del mondo”. “Non esiste niente del genere in Europa. Ci sono il distretto inglese della Land Rover e il distretto tedesco della BMW, che sono altamente competitivi, ma non sono associati in questo modo programmatico alle università” ha aggiunto il Professore.
I criteri per accedere alla Motorvehicle University sono diversi: avere una laurea triennale che abbia fornito adeguate competenze in ingegneria, matematica, chimica e fisica, aver ottenuto almeno un voto di laurea finale corrispondente al 95 su 100 italiano e conoscere l’inglese a un livello medio-alto. “Questa iniziativa vuole essere un’inversione di tendenza. Sull’automotive siamo in grado di dire qualcosa a livello mondiale, perché abbiamo le aziende migliori, abbiamo la capacità di mettere insieme le risorse e quindi le carenze tipiche del sistema educativo italiano vengono sminuite. Normalmente si dice che in Italia si impara bene la teoria, ma non si mette in pratica. Qui invece abbiamo la possibilità di fare entrambe le cose: abbiamo la teoria che ci deriva dalla nostra formazione e abbiamo la vicinanza con le eccellenze industriali e abbiamo la possibilità di offrire qualcosa che non si trova altrove, in grado di competere con le eccellenze statunitensi. In questo caso vorremmo attrarre gli studenti da dove noi normalmente andiamo a studiare”, ci ha detto il Professor Leali.

Un’inversione di tendenza dei flussi di studenti e anche una strategia di condivisione e un piano comune tra aziende, università e territorio, in un assetto rivoluzionario per l’Italia. A questo proposito il Professor Leali ci ha detto: “Una delle tendenze che abbiamo riscontrato in Italia ultimamente è il fatto che abbiamo delle ottime eccellenze individualistiche, cioè le aziende generalmente sono medio-piccole e molto aggressive le une verso le altre. C’è un livello di competizione molto elevato. Questo fa crescere economicamente per certi aspetti, ma non dà la massa critica adeguata per proporsi a un certo livello. Parallelamente l’università italiana è molto cambiata negli ultimi anni, oggi l’università ha tre missioni: la ricerca, l’educazione e quella che viene chiamata dal Ministero la terza missione, la capacità di interagire con il territorio. Mettendo insieme questa visione e la convinzione che facendo sistema si sia in grado di fare in modo che uno più uno faccia qualcosa in più di due, vogliamo dare un messaggio, che riteniamo importante. Se avremo davvero la capacità di porci allo stesso livello del polo inglese e del polo tedesco, penso che sarà una vittoria per il sistema Italia in generale”. Quindi ricapitolando, made in Italy, eccellenze motoristiche e universitarie, tradizione, innovazione, collaborazione con e nel territorio, qualità della vita e ambiente internazionale. E il progetto è di inserire gli studenti nelle aziende del distretto regionale una volta laureati? “È importante dire se le aziende si spendono a questo livello è perché sperano di poter trattenere presso di loro i migliori tra i migliori – ci ha risposto il Professor Leali – Tramite i corsi, possono fare una selezione lunga due anni, anziché valutarli, come succede adesso, durante gli ultimi sei mesi di stage. È anche vero che questo pool di dieci aziende non può assorbire tutti i 150 studenti all’anno che arriveranno, però è altrettanto vero, come risulta dai dati di occupazione, che il distretto meccanico, meccatronico e motoristico della regione è molto ricco. A tre anni dalla laurea i valori sfiorano il 100 per 100 di occupazione, sono dati che ci fanno dire che le imprese hanno un forte bisogno a livello territoriale. Poi è ovvio che una volta che uno studente ha acquisito delle competenze è libero di andare dove l’offerta è migliore per lui”.
Gli studenti internazionali che necessitano di un visto per l’Italia possono iscriversi ai bandi del 18 maggio e del 19 giugno e successivamente saranno valutati in colloqui personali, che ne selezioneranno 20; mentre per gli studenti italiani le iscrizioni aprono nel mese di maggio.