Ci risiamo. Il Governo Crocetta – lo stesso che si autoproclama “Governo della legalità” – si dimentica di fare applicare la legge in casa propria. E’ successo, in più di una occasione, con il decreto 39 del 2013 che regola i casi di incompatibilità e inconferibilità degli incarichi nella pubblica amministrazione (e che in Sicilia è finito in un cassetto), e succede ancora oggi con una legge, per certi versi, ancora più importante del decreto 39: quella sull’anticorruzione negli incarichi pubblici.
Parliamo della legge 6 novembre 2012 n. 190 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”.
Ad essere esonerata dalla sua applicazione (in virtù di cosa, non lo sappiamo), a quanto pare, è Sviluppo Italia Sicilia, la società partecipata al 100% dalla Regione. Che dal 2008 non ha effettuato alcuna rotazione del personale che svolge funzioni apicali. Personale che si ritrova, in alcuni casi, a svolgere simultaneamente la funzione di “controllore e controllato”.
A denunciarlo sono la Fabi e la Ugl della stessa Sviluppo Italia Sicilia, che puntano il dito contro il management dell’azienda, nominato dalla Regione, cui spetterebbe l’applicazione della legge:
“Ad oggi, non è stata effettuata dall’azienda alcuna rotazione del personale anche se la normativa in questione – scrivono le organizzazioni sindacali- prevede l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione”.
“L’attuale disposizione organizzativa- prosegue la nota dei sindacati- è ferma al 2008 e presenta elevate aree di rischio in quanto concentra in un unico soggetto, che ricopre una funzione apicale, le attività di valutazione delle iniziative, di erogazione delle agevolazioni e di controllo. Tali funzioni apicali di responsabilità si cumulano con l’espletamento di attività operative sulle commesse che sono poi propedeutiche all’ erogazione delle agevolazioni pubbliche, determinando di fatto una coincidenza del soggetto controllore con quello controllato”.
Nella società in questione, insomma, che ricordiamo eroga fondi pubblici per la nascita di nuove imprese, ci sarebbe chi fa tutto da sé: la valutazione del progetto, le erogazione delle agevolazioni, i controlli ex post.
Una accentramento di poteri che la legge anticorruzione vieta espressamente:
“Come è ben noto la rotazione del personale che ricopre ruoli apicali – dicono i sindacati- è uno strumento previsto dalla legge per ridurre il rischio di corruzione, nonché per garantire adeguata trasparenza all’azione amministrativa, al fine di evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi”.
C'è da aggiungere che, visti gli scandali che hanno travolto l'Italia intera, il Governo nazionale sta prestando particolare attenzione al rispetto di tale normativa. Tant'è che proprio in questi giorni una task force dell'Autorità nazionale Anticorruzione sta passando al setaccio il Comune di Palermo, soffermandosi su incarichi e, vedi caso, rotazione del personale.
Sarà poi la volta della Regione?
Fabi e Ugl, nella loro nota, spiegano anche che l’esigenza di avviare un profondo processo di riorganizzazione aziendale “deriva anche dalla necessità di dar luogo ad una forte discontinuità rispetto al passato che di fatto ha contribuito alla devastante attuale situazione di crisi economico-finanziaria aziendale che ha portato i 76 dipendenti della Società a non percepire 8 mesi di stipendi e ad essere fortemente preoccupati per il proprio posto di lavoro, vista la totale mancanza di nuove commesse che consentirebbero il rilancio della Società”.