In foto Maria Raffaella Caprioglio Vicepresidentessa di UMANA
Mai come in questo momento storico l’Italia vive una critica realtà economica e lavorativa che coinvolge moltissimi giovani soprattutto neolaureati, spesso costretti ad abbandonare il Paese alla ricerca di un impiego più gratificante. Ormai la cosiddetta “fuga di cervelli” implica un’emigrazione (quasi) di massa che sta coinvolgendo molti ragazzi italiani particolarmente di età compresa tra i 25e i 30 anni e che sta costando moltissimo all’Italia, soprattutto se facciamo riferimento a settori quali la ricerca scientifica e universitaria. La certezza del lavoro a lungo termine costituisce oramai quasi un’utopia, il mercato di oggi infatti è talmente veloce da richiedere una grande flessibilità non solo ai lavoratori ma specialmente alle aziende. In Italia così come nel resto del mondo, il lavoro fisso quello che dura per tutta la vita, è un concetto abbastanza superato, l’impiego pubblico, che ha dato in passato una continuità storica, non sembra più essere possibile. In questa realtà un ruolo fondamentale di intermediazione tra aziende e candidati è svolto da nuovi attori sociali, le agenzie del lavoro. E’ proprio ad una di queste che mi sono rivolta per fare chiarezza sulla situazione lavorativa attuale e per comprendere meglio se ci sono e quali sono le possibilità che i giovani italiani e stranieri hanno nel nostro Paese. Ho scelto di intervistare la Dott.ssa Maria Raffaella Caprioglio, vicepresidentessa di Umana, agenzia del lavoro attiva in Italia dal ’97 e ormai con molteplici sedi in gran parte delle regioni italiane.
Può descrivermi UMANA come nasce e cosa offre ai giovani che si affacciano per la prima volta al mercato del lavoro?
Umana è un’Agenzia per il Lavoro generalista nata nel 1997, presente sul territorio nazionale con una rete di 112 filiali, in undici regioni . E’ autorizzata dal Ministero del Lavoro a fornire i servizi di somministrazione di lavoro a tempo determinato ed indeterminato (staff leasing), intermediazione, ricerca e selezione del personale, outplacement e formazione. Umana è oggi tra le prima dieci Agenzie per il Lavoro in Italia, ed una delle poche realtà del proprio settore a capitale detenuto esclusivamente da imprenditori italiani.
Umana è una società che ha scelto di investire nei giovani (l’età media degli oltre 700 dipendenti è sui trent’anni) e nelle donne (circa l’80% dell’azienda): allo stesso tempo, Umana ha sempre avuto un’attenzione particolare per i giovani. Oggi, circa un quarto degli oltre 12.000 lavoratori impiegati ogni giorno da Umana ha meno di 25 anni.
Ai giovani cerchiamo di offrire qualcosa di più di un contratto: vogliamo proporre loro occasioni di ingresso nel mondo del lavoro, perché inizino il prima possibile a costruire il proprio bagaglio di esperienze lavorative.
Nella vostra organizzazione, come identificate il lavoro giovanile e quale è l’età di riferimento?
Tendenzialmente, in Italia si definiscono “giovani” tutti gli Under 30.
Quale l’età media dei vostri utenti e quale è la percentuale di stranieri tra i vostri utenti?
Le persone che inviamo “in missione” hanno un’età media di circa trent’anni. La maggior parte sono italiani, ma gli stranieri rappresentano comunque il 23,5% delle nostre missioni. In alcuni settori specialistici, inoltre, la conoscenza perfetta di una lingua straniera (o il bilinguismo) rappresenta uno skill professionale indispensabile: pensiamo al settore turistico, alle boutique del “made in Italy” o ancora agli uffici commerciali esteri.
Secondo lei i giovani italiani e stranieri che si trovano in Italia alla loro prima esperienza lavorativa, che prospettive hanno?
Il periodo occupazionale è complesso, tuttavia le possibilità ci sono. Per un giovane, inoltre, alle prime esperienze lavorative, è importante iniziare fin da subito a costruirsi un curriculum di esperienze, anche variegate.
Dalla nostra esperienza, crediamo che anche gli studenti, nonostante l’impegno dello studio, dovrebbero cogliere le possibilità di svolgere qualche lavoro nel weekend o durante l’estate: nel mondo del lavoro che si sta delineando, infatti, il titolo di studio non sarà più sufficiente a trovare un lavoro. E’ necessario arricchire il proprio curriculum con delle esperienze pratiche, anche di breve durata, che però saranno preziose in futuro per definire il profilo del candidato durante selezioni più complesse. Ad esempio, uno studente che ha svolto un lavoretto stagionale come cameriere può dimostrare di essere concretamente capace di lavorare su turni, di rapportarsi con il cliente, di lavorare in team.
L’importante è che anche i lavoretti temporanei siano sempre in regola. A questo proposito, la somministrazione è una possibilità molto valida: garantisce la parità retributiva, i contributi ed il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.
Pensa che ci sarà una ulteriore evoluzione del mercato del lavoro e se sì, quale?
Il futuro del lavoro è legato a un mercato non solo più competitivo, ma soprattutto più rapido rispetto al passato. Le aziende devono poter gestire le situazioni che si presentano di volta in volta seguendo una ormai indispensabile flessibilità. Per questo motivo, la sicurezza lavorativa non sarà più legata solo ad un contratto che vincoli una persona ad un’azienda, quanto piuttosto ad un bagaglio di competenze che rendano la risorsa reimpiegabile anche al variare delle condizioni iniziali.
Da alcuni anni sono state introdotte alcune metodologie di selezione del personale dai paesi esteri come i TEST, ROLE GAMES E ASSESSMENT, che tipo di influenza pensa che abbiano nella reale scelta dei candidati?
In alcuni casi utilizziamo anche in Umana questi strumenti, ma sono sempre secondari al colloquio individuale: fin dall’inizio della nostra attività ci siamo posti l’obiettivo di mettere la persona al centro. Noi cerchiamo l’incontro diretto con il nostro candidato, vogliamo ascoltare la sua storia, comprendere i suoi obiettivi e necessità. Altri strumenti di selezione possono supportare l’incontro, ma non sostituirlo.
Quali sono i consigli per i giovani stranieri che decidono di cercare lavoro in Italia?
Trovare lavoro è, di fatto, un lavoro. Ottimizzate le vostre energie chiedendovi “cosa” state cercando e qual è il vostro obiettivo, mettete sul piatto della bilancia le vostre competenze e sappiate proporle in maniera opportuna. E’ necessaria poi una grande disponibilità a mettersi in gioco, anche in settori diversi. Assolutamente da evitare le situazioni “poco chiare”: rivolgetevi solo ad interlocutori legalmente autorizzati, come Umana.
Quali sono i settori lavorativi in maggiore sviluppo al momento?
Ragionando per macroaree, notiamo che molte richieste ci arrivano da parte di aziende del settore manifatturiero, che richiedono ingegneri e tecnici a diversi livelli di specializzazione, ma anche risorse di supporto al business come impiegati commerciali (spesso per i rapporti con l’estero) e professionisti ICT. Un trend occupazionale positivo è arrivato (alla luce dell’ultimo Quarto Conto Energia) anche dal settore green economy.
Resta alto, vista la ricchezza culturale e paesaggistica dell’Italia, la ricerca di personale per aziende alberghiere e della ristorazione, che richiedono regolarmente ruoli diversi per rispondere ad una clientela sempre più esigente: chef, aiuto-chef, camerieri, ma anche guide ed accompagnatori, maitre, concierge, addetti alla reception, camerieri ai piani…ovviamente con conoscenza di almeno una lingua straniera.