Martedì, il Dipartimento dell’Istruzione statunitense, guidato da Linda McMahon, ha annunciato che ridurrà di circa il 50% il proprio personale, passando dunque dagli attuali 4.133 lavoratori a 2.193. Nella giornata di oggi, inoltre, l’agenzia chiuderà tutti i suoi uffici, a Washington e nel resto del Paese, “per motivi di sicurezza”.
“L’odierna riduzione della forza lavoro riflette l’impegno del Dipartimento dell’Istruzione per l’efficienza, la responsabilità e la garanzia che le risorse siano indirizzate dove contano di più: agli studenti, ai genitori e agli insegnanti”, ha dichiarato ieri McMahon, “Apprezzo il lavoro dei dipendenti pubblici e il loro contributo alla causa. Questo è un passo significativo verso il ripristino della grandezza del sistema educativo degli Stati Uniti”.
Una delle funzioni più importanti del dipartimento, è la raccolta di dati per migliorare i risultati e l’efficienza dell’istruzione locale, un obiettivo che Trump e il suo fido sostenitore Elon Musk hanno dichiarato di voler sostenere. Tuttavia, alcuni di questi programmi sono già stati tagliati.
Attualmente, l’agenzia si trova in un momento di grande incertezza. Fin dal suo ritorno alla Casa Bianca, il presidente repubblicano non ha mai nascosto il suo disprezzo nei confronti dell’ente federale, che ha definito in più occasioni come una “truffa”, sostenendo al contempo la necessità della sua chiusura definitiva.
Secondo gli addetti ai lavori, il leader MAGA starebbe preparando un ordine esecutivo con il quale darà il via allo smantellamento dell’agenzia, con l’aiuto della McMahon. “Ho detto a Linda di fare un buon lavoro e di ‘togliersi il lavoro’”, ha dichiarato lo stesso Trump qualche settimana fa, lasciando intendere i propri piani per il futuro dell’agenzia.
Tuttavia, gli analisti hanno fatto notare che la chiusura di quest’ultima, che eroga finanziamenti a quasi tutte le scuole pubbliche K-12 del Paese e gestisce prestiti federali per studenti da 1,6 trilioni di dollari, richiederebbe in ogni caso l’approvazione del Congresso.