“Make India Great Again”. Sono le uniche quattro parole che il primo ministro indiano Narendra Modi ha pronunciato in inglese alla fine di un colloquio con Donald Trump alla Casa Bianca. Il capo dell’India è corso a fare ammenda a Washington per cercare di evitare i dazi imposti in giornata dal presidente USA.
Ignorando il rischio di far aumentare l’inflazione, Trump ha presentato il piano sulle aliquote reciproche per adeguarsi a quelle dei partner commerciali “in modo da essere trattati equamente con gli altri Paesi. È giusto per tutti”. I dazi verranno personalizzati da Stato a Stato. E il presidente Usa non ha problemi a ricordarlo al suo ospite: “Qualsiasi cosa l’India faccia pagare, noi la facciamo pagare a loro”, criticando che l’India ha delle tasse sulle importazioni molto elevate.
Nonostante i dazi sugli scambi commerciali, gli Stati Uniti aumenteranno le vendite militari all’India “di molti miliardi”, secondo le promesse di Trump. “Sto spianando la strada per fornire i caccia stealth F-35”, aerei da combattimento non previsti dagli accordi precedenti firmati dall’amministrazione Biden. In cambio, Nuova Delhi assicurerà tecnolgie all’avanguardia.
Modi ha promesso di riprendersi tutti gli oltre 725.000 immigrati indiani che si trovano negli Stati Uniti senza autorizzazione, il terzo numero per presenze dopo Messico ed El Salvador. Infine, Trump ha approvato l’estradizione in India di Tahawwur Hussain Rana, condannato nel 2011 per aver organizzato l’attentato a Mumbai nel 2008.