Dopo Chicago, ora è il turno di New York. Ieri, la procuratrice generale Pam Bondi ha annunciato che il Dipartimento di Giustizia presenterà una causa contro l’Empire State, la governatrice Kathy Hochul e la procuratrice generale locale Letitia James, accusate di aver ostacolato l’applicazione delle leggi federali in materia di immigrazione.
“Stiamo adottando misure per proteggere il nostro popolo”, ha affermato Bondi, “New York ha scelto di dare priorità ai clandestini piuttosto che ai cittadini americani”. La procuratrice generale ha evidenziato alcune delle accuse presenti nella causa, tra cui il fatto che i funzionari statali di New York sono tenuti a informare gli immigrati quando gli agenti federali cercano spiegazioni relative al loro status.
Bondi ha anche ribadito durante una conferenza stampa che gli statuti di New York impediscono illegalmente alle forze dell’ordine di far rispettare le norme sull’immigrazione. “Le nostre leggi statali proteggono i diritti di tutti i newyorkesi e mantengono le nostre comunità al sicuro”, ha invece affermato Letitia James, “Sono pronta a difendere queste norme, come ho sempre fatto”.
Nella causa intentata dal DOJ, inoltre, vi è un particolare riferimento alla Green Light Law, una legge approvata nel 2019 che consente a tutti i newyorkesi di età superiore ai 16 anni di richiedere una “patente di guida standard, non a scopo federale, o un permesso di guida non commerciale”, indipendentemente dalla loro cittadinanza, e che fornisce una serie di protezioni della privacy sulla condivisione dei dati, “anche dalle agenzie che applicano principalmente le leggi sull’immigrazione”.

Bondi ha descritto la legge come una “disposizione che impone al commissario della motorizzazione di New York di informare prontamente qualsiasi straniero illegale quando un’agenzia federale richiede informazioni sul suo conto”, aggiungendo che è “incostituzionale”.
Secondo il DOJ, dunque, l’Empire State, anche a causa di norme come la Green Light, sta ostacolando le politiche di controllo promosse dal presidente Donald Trump, che ha promesso di voler portare a termine la più grande deportazione di massa di clandestini della storia del Paese.
Naturalmente, sulla vicenda è intervenuta anche la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, che ha definito le parole di Bondi come “fumo negli occhi”. “Ci aspettiamo che la causa inutile e pubblicitaria di Pam Bondi sia un fallimento totale, proprio come tutte le altre”, ha aggiunto Hochul, “Voglio essere chiara: New York non si tirerà indietro”.
Il grande assente del dibattito a distanza, invece, è stato il sindaco della Grande Mela, Eric Adams, che non è stato incluso nella causa. Per ora, infatti, il DOJ ha sospeso le indagini sul suo conto per permettergli di “affrontare la crisi migratoria e la criminalità in città”.
Il provvedimento contro lo Stato newyorkese ed alcuni dei suoi leader, arriva esattamente una settimana dopo la causa intentata dal governo federale contro lo Stato dell’Illinois, la città di Chicago e la contea di Cook. Anche in questo caso, Il Dipartimento di Giustizia, appellandosi all’emergenza nazionale dichiarata da Trump il giorno dell’insediamento, sta cercando di bloccare l’attuazione di diverse norme locali che, a suo dire, “interferiscono” con l’autorità federale, ostacolando le politiche di controllo dell’immigrazione.