Le autorità russe hanno scarcerato Marc Fogel, un insegnante statunitense detenuto dal 2021 nel Paese est-europeo per possesso di marijuana a scopo terapeutico.
L’operazione è stata finalizzata martedì con l’arrivo a Mosca di Steve Witkoff, inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, che ha accolto a bordo di un jet privato il connazionale dopo oltre tre anni di detenzione – e altri dieci da scontare dietro le sbarre.
La trattativa è rimasta sotto traccia proprio fino a quando il velivolo di Witkoff non è stato rintracciato nei pressi della capitale russa – in quella che diventa così la prima visita di un alto funzionario statunitense nel territorio della Federazione dal lontano autunno 2021, quando l’allora direttore della CIA, William Burns, tentò infruttuosamente di dissuadere Putin dall’invadere l’Ucraina.
Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, ha sottolineato che la liberazione di Fogel potrebbe preludere a un’apertura nei rapporti tra Washington e Mosca.
“Il presidente Trump, con il supporto di Steve Witkoff e del suo team, ha negoziato un accordo che rappresenta un gesto di buona volontà da parte russa e un segnale di distensione in vista di un processo di pace in Ucraina”, ha dichiarato Waltz senza fornire dettagli su eventuali contropartite offerte dagli Stati Uniti.
Fogel, 63 anni, originario di Pittsburgh in Pennsylvania, lavorava come insegnante d’inglese alla Scuola Anglo-Americana di Mosca prima di essere arrestato nell’agosto 2021 all’aeroporto Sheremetyevo della capitale. Gli agenti di frontiera gli avevano trovato in valigia una piccola quantità di marijuana, regolarmente prescrittagli dal suo medico negli Stati Uniti per curare alcuni dolori cronici. Qualche mese dopo, nel giugno 2022, un tribunale moscovita gli aveva inflitto una condanna a 14 anni di carcere.
Il suo caso aveva sin da subito sollevato grosse polemiche, soprattutto per il ritardo con cui era stato classificato come “persona detenuta ingiustamente” – ossia per motivi politici. La famiglia aveva inoltre contestato la scelta dell’amministrazione Biden di non includerlo nel maxi-scambio di prigionieri dell’agosto 2024, che aveva portato al rimpatrio di Paul Whelan, Evan Gershkovich ed Alsu Kurmasheva.
La madre di Fogel decise perciò di appellarsi a Trump affinché fosse l’allora frontrunner repubblicano a riportare a casa suo figlio. La 95enne Malphine ‘Mafa’ Fogel partecipò tra l’altro al comizio di Butler, in Pennsylvania, dove lo scorso luglio un cecchino appostato su di un tetto vicino cercò di assassinare il futuro 47esimo presidente degli Stati Uniti.
Subito dopo la notizia del rilascio di Fogel, la famiglia ha pubblicamente ringraziato la Casa Bianca: “Siamo incredibilmente sollevati e grati. Dopo oltre tre anni di detenzione, Marc è finalmente a casa”, le parole della moglie Jane e dei figli Ethan e Sam.
A dicembre era stato il viceministro degli Esteri russo Sergej Ryabkov ad anticipare, in un’intervista alla NBC, la possibilità che Mosca e Washington siglassero un nuovo accordo di scambio di prigionieri poche settimane dopo l’insediamento del nuovo esecutivo USA.
Secondo fonti interne all’amministrazione Trump, il ruolo di Witkoff si estenderebbe ben oltre il rilascio di ostaggi. Il tycoon newyorkese, già inviato speciale per il Medio Oriente, avrebbe ricevuto da Trump il mandato di aprire un canale di dialogo con Mosca e sondare le possibilità di un accordo per l’Ucraina. Fonti vicine alla Casa Bianca riferiscono che Witkoff avrebbe già avuto contatti diretti con figure di spicco dell’entourage di Putin, oltre che con interlocutori sauditi e qatarioti, nel tentativo di avviare una mediazione che ponga fine al sanguinoso conflitto est-europeo.
Trump, che ha più volte espresso scetticismo sull’efficacia dell’aiuto militare a Zelensky, ha lasciato intendere che la prosecuzione dei finanziamenti statunitensi dipenderà da nuove condizioni, tra cui la concessione di terre rare e altre risorse minerarie strategiche da parte dell’Ucraina.
Martedì è stato lo stesso Trump ad annunciare la missione del segretario al Tesoro, Scott Bessent, che incontrerà Zelensky per discutere l’accesso statunitense alle terre rare ucraine in cambio delle garanzie di sicurezza post-belliche. “Questa guerra DEVE e FINIRÀ PRESTO”, le parole del presidente su Truth Social.

Attualmente sono ancora (almeno) otto i cittadini americani detenuti in Russia. In ordine di permanenza:
- James Vincent Wilgus – un musicista residente in Russia che il 7 novembre 2016 è stato arrestato e accusato di aver compiuto atti osceni in una zona nella quale sarebbe stato condotto con la forza. Attualmente sta scontando la sua condanna a 12 anni e mezzo di reclusione nella colonia penale IK-17 in Mordovia (la stessa di Paul Whelan).
- Thomas Stwalley – arrestato nel luglio 2018 con l’accusa di aver spacciato marijuana. Anche lui si trova in Mordovia dopo una condanna a 11 anni.
- Eugene Spector – uomo d’affari nato e cresciuto in Russia prima di trasferirsi negli Stati Uniti e prendere la cittadinanza USA. Arrestato nel 2021, è stato condannato per corruzione (3 anni e mezzo) e poi nel 2024 per spionaggio (13 anni).
- David Barnes – arrestato nell’agosto 2022, è stato accusato di aver abusato dei suoi due figli tra il 2014 e il 2018 negli Stati Uniti, anche se indagini precedenti della polizia di Houston non hanno mai trovato prove. Si trovava in Russia per visitare proprio i suoi due figli, trasferiti illegalmente in Russia nel 2019 dalla sua ex moglie, la russa Svetlana Koptyaeva, durante una disputa per la custodia. Sta scontando 6 anni.
- Robert Gilman – ex Marine di 30 anni che nell’ottobre 2022 è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione per aver aggredito un agente di polizia in stato di ubriachezza, e nell’ottobre 2024 ad altri 7 anni e un mese dopo aver malmenato un funzionario carcerario.
- Michael Travis Leake – musicista e produttore, è stato arrestato a Mosca nel giugno 2023 per presunto spaccio di droga. Nel luglio 2024 è stato condannato a 14 anni di reclusione.
- Robert Romanov Woodland – nato in Russia ma adottato in tenera età da una famiglia statunitense, è stato arrestato a gennaio con un’accusa di possesso di droga che gli è costata una condanna a 12 anni e 6 mesi.
- Ksenia Karelina – di doppia nazionalità statunitense e russa, è stata arrestata a febbraio per tradimento mentre faceva visita alla famiglia a Ekaterinburg. Nel 2024 è stata condannata 12 anni per aver donato 50 dollari a un’ONG ucraina.
- Gordon Black – sergente dell’esercito arrestato a maggio a Vladivostok per furto e minaccia di omicidio. Di stanza in Corea del Sud, si era recato in Russia senza l’autorizzazione dei superiori per raggiungere l’amante russa. Un tribunale lo ha condannato per aver sottratto 10.000 rubli (circa 116 dollari) dalla borsa della donna e di averla minacciata di morte. Il suo caso non è considerato di matrice politica.