Ci crede davvero, Donald Trump, al suo progetto di “Riviera del Medio Oriente” nella Striscia di Gaza? Oggi quantomeno ha ribadito quel che aveva detto in conferenza stampa a fianco del premier israeliano Benjamin Netanyahu: lo ha detto scrivendo sul suo social Truth, “La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti alla fine dei combattimenti”, per avviare il piano immobiliare e fare di quell’area un posto per turisti. “I palestinesi, gente come Chuck Schumer (il leader dei senatori Democratici, ndr), si sarebbero già risistemati nella regione in comunità più belle e più sicure, con case nuove e moderne”. “Vorrebbero – ha continuato – una nuova opportunità per essere felici, al sicuro e liberi”. “Gli Stati Uniti – ha sottolineato – lavorando con i più grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, avvierebbero lentamente e con grande attenzione la costruzione di quella che diventerebbe uno dei più grandi e più spettacolari progetti sulla Terra”. “Nessun soldato degli Stati Uniti sarà necessario – ha concluso- e la stabilità nella regione regnerà”.
In questo progetto messianico di Pax, dunque, non servirebbero i soldati americani per ‘sfollare’ due milioni di palestinesi: anche la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Donald Trump per Gaza non comporterà “stivali sul terreno” – in riferimento a un possibile intervento dell’esercito Usa – e che “non sarà finanziato dai contribuenti americani”. Leavitt ha dichiarato a Fox News che Trump sta “cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico”, e ha aggiunto che “i partner nella regione hanno iniziato a discuterne” con l’amministrazione.
Chi dovrebbe occuparsene lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, del partito Likud di Netanyahu, annunciando di aver ordinato all’esercito di preparare un piano per consentire agli abitanti di Gaza di “andarsene volontariamente”.
“Ho chiesto all’esercito israeliano di preparare un piano per consentire alla popolazione di Gaza di partire volontariamente, per consentire a tutti gli abitanti di Gaza che lo desiderano di partire per qualsiasi luogo nel mondo che sia disposto ad accoglierli. Accolgo con favore il piano audace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che potrebbe consentire a gran parte della popolazione di Gaza di partire per vari luoghi in tutto il mondo”.
Una nuova diaspora palestinese insomma: verso dove? Secondo Katz, “Paesi come Spagna, Irlanda, Norvegia e altri, che sono impantanati in false accuse e complotti contro Israele a causa delle sue attività a Gaza, sono tenuti per legge a consentire a tutti gli abitanti di Gaza di entrare nel loro territorio, e la loro ipocrisia verrà smascherata se si rifiutano di farlo”. Del resto, “Hamas ha utilizzato gli abitanti di Gaza come scudi umani e ha costruito infrastrutture terroristiche nel cuore dei centri abitati. Ora li tiene in ostaggio, estorce loro denaro, utilizza aiuti umanitari e impedisce loro di lasciare Gaza. I residenti di Gaza devono poter godere della libertà di andarsene e di migrare, come si fa in tutto il mondo”.