Le dichiarazioni scioccanti di Donald Trump, secondo cui gli Stati Uniti occuperanno Gaza, dilaniata dal conflitto esploso nell’ottobre del 2023, hanno messo subito sul chi va là la vicina Arabia Saudita. Il Paese ha infatti affermato che senza la creazione di uno stato palestinese, non stabilirà alcuna relazione diplomatica con Israele, nonostante il leader MAGA avesse provato a spiegare l’esatto contrario durante il suo discorso, in compagnia del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
In una nota, il ministero degli Esteri saudita ha a sua volta affermato di aver ribadito il suo “totale rifiuto di qualsiasi violazione dei legittimi diritti del popolo palestinese, attraverso le politiche di insediamento israeliane, l’annessione di territori o i tentativi di sfollare le persone dalla propria terra”.
“Il dovere della comunità internazionale-ha aggiunto il ministero- oggi è quello di lavorare per alleviare la grave sofferenza umana che è stata inflitta a questa gente”. Dello stesso avviso è il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, che ha affermato che la posizione del regno, “chiara ed esplicita”, non ammette alcuna interpretazione in nessuna circostanza.
Per mesi, gli Stati Uniti avevano provato a convincere l’Arabia Saudita a normalizzare i legami con Israele ed a riconoscere il Paese. Tuttavia, la guerra di Gaza, iniziata nell’ottobre 2023, ha portato Riyadh ad accantonare la questione. Trump, dal canto suo, vorrebbe che la nazione saudita seguisse le orme di paesi come gli Emirati Arabi Uniti ed il Bahrein, firmatari degli Accordi di Abramo nel 2020. Tuttavia, dopo le dichiarazioni scioccanti rilasciate ieri sera, il leader MAGA potrebbe essere costretto a rivedere i propri piani.
Il presidente americano ha infatti spiegato di voler trasformare la Striscia di Gaza nella “riviera del medio Oriente”, cacciando i circa 2 milioni di palestinesi che vivono in quell’area. Naturalmente, le parole del leader MAGA non hanno suscitato la reazione della sola Arabia Saudita.

“Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde”, ha detto Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, “qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione”. “Il discorso di Trump mostra confusione e profonda ignoranza riguardo alla Palestina e alla regione”, ha aggiunto Izzat al-Rishq, alto esponente del gruppo, “Gaza non è una terra condivisa e nessuna delle due parti può decidere di controllarla. Il popolo palestinese e le sue forze, sostenute dal popolo arabo e musulmano e dal mondo libero, fermeranno qualsiasi piano di sradicamento”.
“Respingiamo fermamente gli appelli a occupare la Striscia di Gaza ed a cacciare i palestinesi dalla loro patria”, ha invece dichiarato Mahmoud Abbas, presidente della Palestina dal 2005, “in risposta alle richieste americane, non permetteremo che i diritti del nostro popolo vengano calpestati”. “Qui siamo nati, qui abbiamo vissuto, e qui resteremo”, ha poi concluso Hussein al-Sheikh, segretario generale del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, anche nota come OLP.
Sulla vicenda è intervenuto anche Riyad Mansour, leader della delegazione palestinese presso le Nazioni Unite. Utilizzando, ironicamente, le parole usate da Trump, quest’ultimo ha scritto sui social: “Per coloro che vogliono mandare i gazawi in un ‘bel posto’ felice”, lasciateli tornare alle loro case originali in Israele. Ci sono bei posti lì, e saranno felici di tornarci”.
Decisamente diversa, invece, la reazione di alcuni leader israeliani. Il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, ad esempio, ha accolto con enorme soddisfazione le assurde affermazioni del presidente americano, comunicando: “Insieme renderemo il mondo di nuovo grande”.
Dello stesso avviso è stato il leader dell’estrema destra ed ex ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, che ha commentato su X: “Donald, questo sembra l’inizio di una bella amicizia”.