L’amministrazione Trump ha avviato una serie di rimozioni e oscuramenti delle informazioni legate alla crisi climatica sui siti web dei dipartimenti governativi statunitensi. Notizie sul cambiamento climatico, che un tempo erano visibili agli utenti, sono state cancellate da pagine cruciali come quelle del Dipartimento della Difesa, del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca. Queste modifiche hanno suscitato preoccupazione tra gli scienziati, che avvertono di prepararsi “al peggio”.
Secondo i ricercatori, la decisione di eliminare tali riferimenti non fermerà l’emergenza ecologica, che sta già avendo impatti devastanti su molti aspetti della vita degli americani. Le temperature record, l’aumento degli incendi e delle tempeste, tutti fenomeni aggravati dal riscaldamento globale causato dall’uomo, continuano a devastare il paese. Nonostante ciò, i repubblicani e il loro leader, attraverso misure come il taglio dei fondi alle politiche ambientali e l’eliminazione di piani di sostenibilità federali, sembrano ignorare la gravità della situazione.
Tra le prime azioni intraprese, dopo il suo insediamento, Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi e abbassato gli standard di protezione contro le inondazioni, dando l’impressione di voler minimizzare la consapevolezza pubblica riguardo a questi eventi catastrofici. Durante il precedente mandato del magnate, l’utilizzo del termine “cambiamento climatico” sui siti web delle agenzie federali per l’ambiente aveva avuto un calo di quasi il 40%.
Michael Mann, esperto climatico all’Università della Pennsylvania, ha espresso il timore che le politiche statunitensi possano adattarsi a quelle della Florida, dove sono stati vietati riferimenti al rischio climatico nelle leggi. Secondo Mann, il tentativo di cancellare ogni traccia degli effetti del cambiamento ambientale potrebbe rappresentare un pericoloso “gaslighting”, una forma di manipolazione psicologica dei cittadini, che vengono privati di informazioni essenziali.
Nonostante i tentativi di oscurare il problema, le evidenze scientifiche non possono essere facilmente soppresse. Lo scorso gennaio è stato registrato come il mese più caldo di sempre a livello globale e in Groenlandia la calotta glaciale ha accelerato lo scioglimento.
Gli esperti avvertono che l’eliminazione delle informazioni non fermerà la realtà della crisi climatica, che continuerà a manifestarsi in tutta la sua drammaticità. Come sottolineato da Ben Jealous, direttore esecutivo del Sierra Club, una delle più grandi e influenti organizzazioni ambientaliste statunitensi, “privare i contribuenti di informazioni salvavita” è una mossa pericolosa che mette in gioco la salute e la sicurezza.