Il Cremlino è pronto a negoziare con la nuova amministrazione USA sull’Ucraina e il disarmo nucleare. Ad affermarlo è stato venerdì Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, precisando che Putin è disponibile ad avviare il dialogo non appena arriveranno segnali concreti da parte degli Stati Uniti.
“Putin è pronto, aspettiamo segnali da Washington. È difficile fare previsioni, ma non appena ci saranno sviluppi, se ve ne saranno, vi informeremo”, ha dichiarato il portavoce durante un briefing con i giornalisti.
La disponibilità russa arriva a seguito delle dichiarazioni che giovedì Trump ha affidato (virtualmente) alla platea del Forum Economico Mondiale a Davos, dove il neo-presidente aveva espresso l’intenzione di incontrare Putin al più presto. Trump si era detto convinto che, abbassando il prezzo del petrolio, “la guerra tra Russia e Ucraina finirebbe immediatamente” – riferendosi verosimilmente agli ingenti profitti che Mosca ottiene dalla vendita di greggio e gas naturale nei mercati internazionali.
Rispondendo a chi gli chiedeva quando sarebbe finita la guerra in Ucraina, il presidente ha risposto: “Bisognerebbe chiederlo alla Russia, perché l’Ucraina è già pronta a siglare un accordo”. In un’intervista a Fox News, il presidente ha inoltre minacciato di imporre “dazi enormi” e “sanzioni durissime” contro la Russia nel caso il Cremlino si rifiuti di cessare le ostilità.
“Il conflitto in Ucraina non dipende dai prezzi del petrolio, ma è legato alla sicurezza nazionale della Russia e alla protezione della popolazione russa in Ucraina”, ha replicato Peskov venerdì. “Noi siamo pronti a riprendere il processo negoziale sul nucleare il prima possibile”, ha aggiunto il portavoce, specificando però che l’iniziativa deve partire da Washington, accusata di aver interrotto ogni tipo di contatto sostanziale con Mosca sul tema.
Le trattative sul controllo degli armamenti sono sostanzialmente ferme da quando la Russia si è ritirata dal trattato “New START” nel 2023. Sia Mosca che Washington si sono peraltro impegnate a rispettare i limiti previsti dal trattato fino al 2026, ma è ancora lontano un accordo su una eventuale nuova intesa (che nelle intenzioni di Trump dovrebbe coinvolgere anche la Cina).
Più pessimista il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che nelle stesse ore ha messo in dubbio la reale intenzione di Kyiv e dell’Occidente di avviare colloqui di pace. “Non ci sono segnali concreti che Kyiv e l’Occidente siano pronti a negoziare”, ha affermato Lavrov.
La guerra intanto continua. Nella regione della capitale ucraina, un attacco aereo russo ha ucciso almeno tre persone. Kyiv ha a sua volta lanciato un massiccio attacco con droni su diverse regioni russe, tra cui Mosca, e danneggiato una raffineria di petrolio e alcuni impianti industriali.