Un intervento a distanza, ma tutt’altro che lontano dai riflettori. Donald Trump, con il piglio che lo contraddistingue, si è rivolto ai leader globali riuniti al Forum Economico Mondiale di Davos per chiedere a gran voce un abbassamento immediato dei tassi di interesse e un calo dei prezzi del petrolio da parte dell’OPEC. E come da copione, non sono mancate le minacce di dazi contro chiunque produca beni al di fuori degli Stati Uniti.
“I tassi devono scendere subito, ovunque nel mondo,” ha dichiarato il neo-presidente statunitense, aggiungendo che chiederà “anche all’Arabia Saudita e all’OPEC di ridurre il costo del petrolio.”
L’intervento, trasmesso in video al pubblico di economisti e addetti ai lavori, ha confermato l’intenzione di Trump di ribaltare le regole del libero mercato che hanno dominato negli ultimi decenni.
“Producete in America o ci saranno dazi” l’appello del repubblicano, che ha promesso una drastica riduzione delle imposte societarie, fino al 15% per chi sceglie gli Stati Uniti come base produttiva, e l’eliminazione di quello che definisce un gigantesco “inganno,” il Green Deal del predecessore Joe Biden, definito “una truffa colossale”. Il democratico è finito nuovamente nel mirino delle invettive trumpiane, che lo incolpano per aver provocato “la peggiore crisi inflazionistica della nostra storia” con spese eccessive per 8.000 miliardi, restrizioni sull’energia, regolamentazioni stringenti e imposte nascoste.
Trump non ha risparmiato accuse al vetriolo contro alcune banche americane, ree di aver commesso presunte discriminazioni nei confronti dei conservatori (accuse subito smentite dagli istituti). Più dure ancora le parole del presidente contro Canada e Unione Europea, accusate di approfittare degli Stati Uniti con surplus commerciali.
“Non accettano i nostri prodotti stranieri e non accettano le nostre auto, eppure ce ne mandano a milioni”, ha detto Trump riferendosi a Bruxelles, che a suo dire tratterebbe Washington “molto male”
Al centro del discorso anche l’economia americana e la promessa di un futuro da superpotenza energetica. Trump ha annunciato un piano per combattere l’inflazione con una ricetta a base di dazi, deregulation e tagli fiscali, oltre allo sfruttamento delle immense riserve di petrolio e gas statunitensi. “Gli Stati Uniti hanno le maggiori riserve al mondo, e le useremo,” le sue parole.
Non sono infine mancate aperture sul fronte diplomatico: Trump ha espresso l’intenzione di avviare colloqui con Vladimir Putin per ridurre gli arsenali nucleari, coinvolgendo anche la Cina.
“Se il prezzo del greggio scendesse, la guerra tra Russia e Ucraina finirebbe immediatamente”, ha dichiarato il commander-in-chief 78enne. “In questo momento il prezzo è abbastanza alto da far continuare la guerra, bisogna abbassare il prezzo del petrolio e porre fine alla guerra”, riferendosi verosimilmente ai profitti che Mosca ottiene dalla vendita di gas e petrolio.