Pronto a entrare alla Casa Bianca, Donald Trump ha nominato tre attori come “ambasciatori speciali” a Hollywood per riportare Los Angeles “all’età dell’oro”. Mel Gibson, Jon Voight e Sylvester Stallone, che non hanno fatto segreto del loro sostegno al candidato repubblicano durante la campagna elettorale, saranno “gli occhi e le orecchie” del presidente eletto.
Non è ben chiaro quello che faranno, perché, nel post di Truth Social dove ha dato l’annuncio e dove ha definito Hollywood “un luogo bello, ma molto travagliato che, negli ultimi quattro anni, ha perso molti affari a favore di altri Paesi”, Trump non ha specificato cosa vorrebbe cambiare o quali piani ha per i suoi “inviati speciali”. È vero, però, che le riprese televisive e cinematografiche si sono spostate da Los Angeles ad altri Stati a causa dei costi ingenti che hanno raggiunto le produzioni.
A differenza di tanti attori, attrici e artisti che si sono schierati a favore della candidata democratica Kamala Harris con rally, raccolte fondi e campagne, Gibson, Voight e Stallone sono rimasti fedeli a Trump. Il primo aveva commentato a TMZ che la vicepresidente avesse “il quoziente intellettivo di un palo di recinzione” e “un curriculum miserabile”.
Voight aveva definito Trump “l’unico che salverà il Paese”, “il miglior presidente dopo Abraham Lincoln”. Ha appoggiato anche l’ipotesi che le elezioni del 2020 fossero state rubate. Durante il primo mandato aveva ricevuto dall’allora presidente la National Medal of Arts, il riconoscimento per le arti e gli artisti più importante dato dal governo.
Politico riporta che Stallone è stato un fervido sostenitore di Trump dal 2016 e che ha frequentato più volte la sua villa a Mar-a-Lago. Al gala dell’America First Policy Institute lo ha presentato come il “secondo George Washington” e che “nessuno al mondo avrebbe potuto fare quello che ha fatto lui”.