In un momento cruciale del suo mandato, il presidente Joe Biden ha annunciato una misura storica per fermare le trivellazioni petrolifere in vaste aree marine degli Stati Uniti. La decisione riguarda l’intera costa orientale e occidentale, il Golfo del Messico orientale e una parte del Mare di Bering, per un totale di oltre 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati di oceano. Si tratta della più grande area mai messa sotto tutela da un capo di Stato attraverso questa autorità legislativa.
Biden ha sfruttato una legge decennale, l’Outer Continental Shelf Lands Act, per vietare nuovi contratti di locazione per l’estrazione di petrolio e gas in queste regioni, ma ha lasciato intatti quelli già esistenti. L’obiettivo è duplice: rafforzare la sua eredità climatica e mettere un freno all’espansione delle compagnie petrolifere in aree strategiche.
Tuttavia, il gesto non è privo di contestazioni. L’industria petrolifera ha definito la norma “politicamente motivata” e ne auspica una pronta inversione. Il presidente dell’American Petroleum Institute, Mike Sommers, ha dichiarato che questa azione limita lo sviluppo energetico interno, in un momento in cui gli americani hanno invece espresso il desiderio di rafforzarlo.
Anche Erik Milito, rappresentante del settore energetico offshore, ha sottolineato la necessità di flessibilità da parte delle istituzioni per rispondere ai cambiamenti globali e ha citato l’invasione russa dell’Ucraina come esempio di incertezza internazionale.
Gli ambientalisti, al contrario, hanno visto la decisione come una vittoria epocale. Joseph Gordon, direttore della campagna dell’organizzazione no-profit Oceana, ha evidenziato l’importanza di questo passo verso un futuro energetico pulito, lontano dai rischi ambientali delle trivellazioni. Il riferimento alla disastrosa fuoriuscita di petrolio della Deepwater Horizon del 2010 nel Golfo del Messico resta un monito per molti.
Dal punto di vista legale, la mossa di Biden si distingue per la sua durata indefinita, un aspetto che la rende teoricamente permanente. I tribunali hanno infatti stabilito che le protezioni deliberate attraverso questa legge non prevedano una data di scadenza. Questo aveva già impedito a Donald Trump di revocare misure simili adottate da Barack Obama sul finire del suo mandato. Tuttavia, gli analisti avvertono che il Congresso potrebbe comunque intervenire, soprattutto con una legislazione di bilancio che riapra le aree protette allo sviluppo.
L’azione del presidente uscente si inserisce in un contesto di forti divisioni: tra sostenitori delle energie fossili e i promotori della transizione ecologica. Lo stesso Biden ha respinto l’idea di dover scegliere tra protezione ambientale e crescita economica, definendola una falsa dicotomia. “Proteggere le coste e gli oceani americani” ha dichiarato, “è la cosa giusta da fare”.