Edmundo Gonzalez Urrutia, leader dell’opposizione venezuelana e autoproclamato presidente eletto, ha dichiarato sabato da Buenos Aires che intende avviare un dialogo con il presidente statunitense Joe Biden. Durante una conferenza stampa nella capitale argentina, Gonzalez ha confermato che domenica partirà per gli Stati Uniti, anche se non è ancora chiaro quando avverrà l’incontro con Biden.
“Siamo in attesa di definizioni sulle nuove autorità,” ha affermato Gonzalez, riferendosi all’imminente insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti il prossimo 20 gennaio.
Gonzalez ha iniziato un tour regionale per consolidare il proprio sostegno internazionale, incontrando il presidente argentino Javier Milei. I due leader sono apparsi insieme sul balcone della Casa Rosada, accolti dagli applausi di centinaia di venezuelani riuniti in Plaza de Mayo, che scandivano slogan come “Venezuela, non sei sola!”.
La visita arriva a pochi giorni dal giuramento di Nicolas Maduro per il suo terzo mandato consecutivo a Caracas, previsto per il 10 gennaio. Elezioni che non sono state ufficialmente riconosciute da Stati Uniti, Unione Europea e numerosi altri Paesi, complice la circostanza che le autorità venezuelane non hanno ancora pubblicato i risultati completi del voto tenutosi lo scorso 28 luglio.
Alcuni Governi, invece, si sono spinti un passo oltre, riconoscendo l’oppositore Gonzalez come legittimo vincitore delle elezioni. Gonzalez, 75 anni, vive in esilio a Madrid da settembre, dopo essere fuggito dal Venezuela a seguito di proteste di massa che hanno causato 28 morti, 200 feriti e oltre 2.400 arresti. Il governo di Caracas ha emesso un mandato di cattura contro di lui nonché una taglia di 100.000 dollari per informazioni che portino alla sua cattura.
Dopo l’Argentina, nei prossimi giorni Gonzalez prevede di visitare Uruguay, Panama e Repubblica Dominicana. Quindi, ha ribadito il proposito di tornare a Caracas il 10 gennaio per prestare formalmente giuramento come presidente.
Con la salita al potere di Milei, i rapporti tra Caracas e Buenos Aires sono esponenzialmente peggiorati: recentemente il regime di Maduro ha arrestato un poliziotto argentino con accuse di terrorismo considerate infondate da Buenos Aires. Ma le relazioni erano già deteriorate a causa del rifiuto di Milei di riconoscere la vittoria elettorale di Maduro e per la decisione dell’ambasciata argentina a Caracas di offrire rifugio a sei oppositori politici accusati di terrorismo dal governo venezuelano.
Gonzalez ha sottolineato con Milei la necessità di proteggere i diritti umani e di rafforzare la cooperazione tra i Paesi della regione per contrastare le derive autoritarie.