Nonostante i preparativi per il secondo mandato di Donald Trump che verrà ufficializzato il 20 gennaio, gli Stati Uniti continuano a piangere la morte del centenario ex presidente Jimmy Carter, scomparso il 29 dicembre. In questi giorni al riguardo è trapelato che “The Donald” non sarebbe affatto contento all’idea che le bandiere americane vengano disposte a mezz’asta in onore dell’ex capo di Stato durante la sua cerimonia di insediamento.
Ieri Trump ha infatti espresso la sua frustrazione sulla piattaforma Truth Social riguardo al protocollo, che tradizionalmente indica il lutto per una figura pubblica. Ha manifestato il suo disappunto circa i vessilli che rimarrebbero abbassati lo stesso giorno della sua investitura e ha accusato i detrattori di sfruttare questo momento per creare un’immagine che, secondo lui, “trovano piacevole”.
Nel post, il politico ha scritto: “I democratici sono tutti ‘storditi’ dal fatto che la nostra magnifica bandiera americana possa essere ‘a mezz’asta’ durante la mia nomina. Ne sono felici, perché in realtà non amano il nostro Paese”.
Il magnate ha anche sottolineato che, sarebbe la prima volta nella storia, che le bandiere rischiano di essere abbassate durante l’insediamento di un nuovo presidente. Mentre i dettagli sul funerale di Carter continuano a emergere, il post di Trump suggerisce che ci sarà una battaglia simbolica su questo avvenimento.
In risposta alle osservazioni del tycoon, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha dichiarato che non è prevista alcuna rivalutazione di questa politica.
La tradizione di abbassare le bandiere per onorare la morte di un capo di Stato deriva da un proclama presidenziale del 1954 del generale statunitense Dwight D. Eisenhower, che stabilisce un periodo di lutto pubblico di 30 giorni.
Sebbene le tensioni riguardo alla morte di Carter siano evidenti, Trump ha comunque confermato che parteciperà alle esequie che dopo 6 giorni di celebrazioni si terranno il 9 gennaio a Washington.