Iniziano a delinearsi delle piccole crepe nel rapporto, fino ad ora indissolubile, tra Donald Trump ed il suo principale sostenitore, nonché futuro co-segretario del DOGE, Elon Musk.
Ieri, infatti, l’uomo più ricco del mondo ha lasciato intendere che potrebbe opporsi all’attuale speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, pochi istanti dopo avergli promesso “pieno sostegno”. Lo stesso presidente eletto, nel pomeriggio, aveva speso parole a favore del politico del GOP, affermando: “Lo Speaker Mike Johnson è un uomo buono, laborioso e religioso. Farà la cosa giusta e noi continueremo a vincere”.
Musk ha commentato poco dopo il post del leader MAGA, scrivendo: “La penso allo stesso modo! Hai il mio pieno sostegno!”.
Eppure, nemmeno un’ora dopo, il miliardario originario di Pretoria deve aver cambiato idea o almeno così lascia intendere il suo commento ad un post del deputato repubblicano Thomas Massie.
Quest’ultimo ha affermato che non avrebbe sostenuto Johnson, nonostante l’endorsement di Trump. Massie ha inoltre dichiarato che l’appoggio del presidente eletto allo speaker della Camera “funzionerà bene quanto il suo endorsement allo speaker Paul Ryan. Abbiamo visto Johnson collaborare con i democratici per inviare denaro all’Ucraina, autorizzare lo spionaggio degli americani e far saltare il bilancio”.
Musk ha commentato successivamente le parole del deputato repubblicano, affermando: “Potresti avere ragione, ma vediamo come va”. Come affermato da alcune fonti, il cambio repentino di idea da parte dell’uomo più ricco del mondo è stato visto come un vero e proprio tradimento nell’ambiente repubblicano.
Con una maggioranza risicata, Johnson non può perdere più di due voti del GOP, a meno che i Democratici non intervengano in suo aiuto, una eventualità che, al momento, appare alquanto improbabile. Negli ultimi tempi, l’universo MAGA è esploso in una serie di battaglie pubbliche, con Musk al centro di molte schermaglie.
Meno di due settimane fa, si è profilata l’ipotesi di uno shutdown del governo, dopo che il 53enne di Pretoria si è trovato in disaccordo con la legge di spesa bipartisan, faticosamente approvata da Johnson. Trump si è poi accordato con il fondatore di SpaceX, segnando il destino della legge, anche se alla fine il Congresso ha messo insieme una misura provvisoria per evitare lo shutdown, almeno per qualche mese.