Una corte d’appello federale ha confermato lunedì il verdetto che obbliga il presidente-eletto Donald Trump a risarcire 5 milioni di dollari alla scrittrice E. Jean Carroll per averla abusata sessualmente e poi diffamata.
La sentenza è legata a una causa civile intentata dalla stessa Carroll, che ha accusato Trump di averla aggredita in un camerino di un grande magazzino negli anni ’90. Lo scorso maggio, una giuria aveva stabilito che, pur non avendo commesso stupro, Trump si era macchiato di abuso sessuale e diffamazione, assegnando alla Carroll un mega-risarcimento per i danni subiti.
Trump ha sempre negato le accuse, definendole una “truffa” e un “completo inganno.” Il suo team legale aveva presentato ricorso, sostenendo che il processo fosse viziato da errori procedurali e che l’ammontare del risarcimento fosse eccessivo. La corte d’appello ha tuttavia respinto le argomentazioni del politico repubblicano e confermato la decisione del tribunale di primo grado.
Nella sua denuncia iniziale, Carroll ha descritto come le dichiarazioni di Trump, anche quando quest’ultimo era alla Casa Bianca, abbiano inevitabilmente danneggiato la sua reputazione, e durante il processo ha sostenuto che le smentite di Trump l’hanno esposta al pubblico ludibrio e a molestie, aggravando il trauma subito.
Gli avvocati di Trump hanno lasciato intendere che potrebbero presentare ulteriori ricorsi, portando eventualmente il caso fino alla Corte Suprema