“Assist or resist”, collaborare o resistere? È il bivio davanti a cui si trovano le autorità locali negli Stati Uniti di fronte al piano di deportazioni di massa degli immigrati senza documenti che l’amministrazione Trump intende avviare. Intanto, il Messico corre ai ripari, anche per evitare di subire un afflusso massiccio di migranti espulsi (molti dei quali potrebbero provenire anche da paesi a sud del Messico).
Il grande paese sta sviluppando un’app che consentirà ai migranti negli Stati Uniti che rischiano la deportazione di avvisare i loro familiari e i consolati locali messicani negli Stati Uniti se stanno per essere arrestati dalle autorità. “Nel caso in cui ci si trovi in una situazione di detenzione imminente, si preme il pulsante di allerta e si invia un segnale al consolato più vicino”, ha dichiarato il ministro agli Affari esteri del Messico Juan Ramón de la Fuente. “Vogliamo dire ai nostri connazionali che non sono soli e non saranno soli”, ha detto.
L’applicazione si chiama “Alert Button”. Il presidente eletto Donald Trump presterà giuramento il 20 gennaio e una delle promesse della sua campagna elettorale la messa in sicurezza del confine e l’attuazione del più grande programma di deportazione di massa che gli Stati Uniti abbiano mai visto.
Il governo messicano stima che ci siano negli Stati Uniti 11,5 milioni di migranti messicani con una qualche forma di residenza legale e 4,8 milioni senza residenza legale o documenti adeguati.
La nuova app, che dovrebbe essere disponibile a gennaio, consentirà agli utenti di inviare una notifica di allarme a parenti scelti in precedenza e al consolato messicano più vicino (ce ne sono 53 negli Stati Uniti). De la Fuente l’ha descritto come una sorta di pulsante antipanico, aggiungendo che il suo ufficio ha rafforzato il personale consolare assumendo “329 rappresentanti legali” per garantire che i messicani che rischiano la deportazione ricevano un giusto processo e siano adeguatamente informati dei loro diritti prima della potenziale espulsione.
Le autorità statunitensi sono obbligate a notificare ai consolati dei Paesi d’origine la detenzione di un cittadino straniero e il Messico ha dichiarato che il suo personale consolare offrirà assistenza legale per aiutare i migranti nel processo relativo alla deportazione.
Il governo afferma inoltre di aver istituito un call center con personale attivo 24 ore su 24 per rispondere alle domande dei migranti e aiutarli a conoscere i loro diritti in vista di “possibili arresti o altre azioni intimidatorie”. Il ministro degli Esteri ha ricordato che per espellere qualcuno dagli Stati Uniti è necessaria una sentenza di un tribunale, e che il suo team consolare sarà “molto vigile nel garantire che venga seguito il giusto processo”.
Trump si è già scontrato con la presidente messicana Claudia Sheinbaum sull’immigrazione; ha anche minacciato di aumentare i dazi doganali al 25% sulle merci importate dal Messico per contrastare il flusso di immigrati clandestini e di droghe illecite. Sheinbaum ha avvertito che una simile mossa potrebbe portare a una guerra commerciale tra i due Paesi, ricordando che il suo governo ha già messo un freno ai migranti che attraversano gli Stati Uniti.