La Danimarca intende investire almeno 1,5 miliardi di dollari per migliorare le capacità di difesa della Groenlandia: l’annuncio segue le parole di Donald Trump sulla possibilità di “controllare” la grande isola artica per motivi strategici.
Il governo danese ha annunciato un pacchetto di misure di difesa del valore di almeno 1,5 miliardi di dollari. Il ministro della Difesa danese, Troels Lund Poulsen, ha dichiarato a un media locale che Copenhagen acquisterà due nuove navi d’ispezione, due nuovi droni a lungo raggio e pattuglie supplementari di slitte in Groenlandia. “È ironico che coincida con l’annuncio degli Stati Uniti”, ha detto Poulsen, suggerendo così che i due eventi non siano necessariamente collegati e che l’investimento era già stato pianificato.
La Groenlandia ha in effetti un valore strategico per la sua posizione fra l’Atlantico e l’Artico, adiacente all’America del Nord, per le sue risorse (fra cui potrebbero anche essere giacimenti di petrolio). Kalaallit Nunaat, come si chiama in groenlandese, è un territorio autonomo insulare del Regno di Danimarca, il più grande dei due territori autonomi all’interno del Regno (l’altro è costituito dalle Isole Faroe). Gli abitanti di entrambi i territori sono cittadini a tutti gli effetti della Danimarca, e quindi dell’Unione europea. L’immensa isola è la più grande del mondo e vi si trova il punto di terra più a nord del pianeta: l’isola di Kaffeklubben, al largo della costa settentrionale.
Lunedì Trump ha scritto sul suo social Truth che “ai fini della sicurezza nazionale e della libertà nel mondo, gli Stati Uniti d’America ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta”. Un rapporto del 2019 del Wall Street Journal affermava già, del resto, che Trump aveva ripetutamente espresso interesse per l’acquisto della Groenlandia. Nel post, il presidente eletto annunciava che il cofondatore di PayPal, Ken Howery, è stato scelto come ambasciatore degli Stati Uniti in Danimarca.
In un altro post precedente, Trump aveva già suggerito che gli Stati Uniti avrebbero potuto rilevare il Canale di Panama (e in precedenza aveva già suggerito, non è chiaro quanto ironicamente, che i confinanti Canada a nord e Messico a sud dovrebbero rientrare fra i territori degli Stati Uniti).