I repubblicani dell’Alaska si sono opposti alla proposta del presidente eletto Donald Trump di cambiare il nome della montagna più alta del Nord America, il Denali, in Monte McKinley.
Domenica scorsa, all’AmericaFest organizzata da Turning Point USA, Trump ha lodato l’ex presidente William McKinley, suggerendo che il nome della montagna tornasse ad essere quello di un tempo in suo onore.
“William McKinley ha porttao enormi somme di denaro in questo Paese”, ha affermato il leader MAGA, “è la persona che ci ha procurato i soldi con i quali Theodore Roosevelt ha costruito il Canale di Panama e tante altre cose. Questo è uno dei motivi per cui ripristineremo il nome di Monte McKinley, se lo merita”.
Il 25esimo presidente statunitense, proprio come Trump, era un sostenitore delle tariffe protettive. Durante il suo mandato, non visitò mai l’Alaska. Forse, è anche per questo motivo che i senatori dello Stato, Lisa Murkowski e Dan Sullivan, si sono opposti al cambio di nome proposto dal leader MAGA, e hanno ribadito il loro sostegno al toponimo Koyukon Athabascan della montagna.
Il nome Denali è stato usato dalla popolazione indigena dello Stato per secoli. “C’è solo un nome degno della montagna più alta del Nord America: Denali – il Grande”, ha scritto Murkowski in un post su X.
In realtà, non è la prima volta che Trump pensa di ripristinare il vecchio toponimo dell’imponente altura dell’Alaska. Già nel 2017, infatti, quando era alla Casa Bianca, propose il provvedimento ai senatori repubblicani dello Stato, che anche al tempo si opposero.
La montagna in questione venne dedicata a McKinley nel 1896; nel 2015 fu il presidente Barack Obama a cambiare il suo nome in Denali, per rendere omaggio alle popolazioni native dell’Alaska. Salvo clamorosi ribaltoni dell’ultimo momento, dunque, è alquanto probabile che la vetta più alta del Nord America continuerà a portare il suo nome attuale.