Quante ombre sulla Corte Suprema di Washington. Un rapporto dei democratici della Commissione Giudiziaria del Senato, pubblicato sabato 21 dicembre dopo un’indagine durata 20 mesi, afferma che i giudici hanno regolarmente omesso di dichiarare i conflitti di interesse che avrebbero richiesto da parte loro la ricusazione da certe cause, in particolare quella che riguardava Donald Trump e l’assalto al ongresso del 6 gennaio 2021, e hanno accettato regali lussuosi senza denunciarli; fra questi, viaggi in jet e yacht di Clarence Thomas.
Thomas in particolare, conclude il rapporto, ha accettato milioni di dollari in regali durante i suoi trent’anni alla Corte, tra cui un volo a Saranac, New York, e un viaggio in yacht a New York City sponsorizzato dal miliardario texano Harlan Crow nel 2021, grande finanziatore del partito repubblicano. Questo ultimo viaggio-dono non era mai stato rivelato prima.
“Il numero, il valore e la stravaganza dei regali accettati dal giudice Thomas non hanno paragoni nella storia americana moderna”, si legge nel rapporto, secondo quanto riporta il Washington Post. Alcune delle persone che hanno fornito questi lussuosi doni avevano cause in corso alla Corte Suprema.
Secondo il rapporto, la Judicial Conference of the United States, ovvero l’organismo creato nel 2023 responsabile della definizione delle linee guida e dell’esame delle inadempienze dei giudici federali, non ha affrontato adeguatamente i problemi etici dell’Alta Corte, anzi ha indebolito le linee guida sull’etica giudiziaria.
“Ora più che mai, grazie alle informazioni raccolte con le citazioni in giudizio, sappiamo fino a che punto la Corte Suprema è impantanata in una crisi etica che si è creata da sola”, ha dichiarato il presidente della Commissione Giudiziario del Senato, il democratico Dick Durbin. “È chiaro che i giudici stanno perdendo la fiducia del popolo americano per mano di un gruppo di miliardari adulatori”.
È vero che il consenso del pubblico verso la Corte Suprema è crollata ai minimi storici negli ultimi anni. Molte sentenze (prima fra tutte quella che ha abolito la tutela federale dell’interruzione di gravidanza) sono state percepite come politicamente motivate. Di scandali etici si era già parlato, tanto che i giudici hanno risposto adottando il nuovo codice etico alla fine del 2023: ma non è mai stato seriamente applicato perché non definisce né sanzioni né meccanismi di controllo.
I repubblicani della Commissione però non hanno partecipato all’indagine. Thomas e altri giudici non hanno risposto alle richieste di commenti, ma Clarence Thomas aveva da tempo affermato che non aveva obbligo di denunciare molti di questi doni perché rientravano sotto l’ombrello di una clausola per “ospitalità personale” in vigore all’epoca: nel caso del viaggio in yacht, Crow è un suo amico di lunga data.
Il rapporto “infanga Thomas e il giudice Samuel A. Alito Jr”, ha scritto su X Mark Paoletta, che ha lavorato come avvocato per il bilancio della Casa Bianca durante la prima amministrazione Trump. Non è mai stata “un’indagine sull’etica, ma un tentativo di minare la Corte Suprema”.
In seguito alla nomina di tre giudici durante il primo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, la Corte Suprema federale ora è saldamente in mano ai repubblicani. Sul rapporto del Senato quindi si riversano le accuse di parzialità da parte democratica: secondo Michael Zona, portavoce di Crow, “Dopo due anni e con tutto il peso delle risorse della Commissione giudiziaria del Senato, il rapporto non è stato in grado di identificare un solo caso di influenza indebita sulla Corte. Questa indagine è stata politica, di parte e incostituzionale fin dall’inizio”.
Una serie di articoli pubblicati l’anno scorso dalla testata di informazione ProPublica rivelava che Crow aveva pagato numerosi viaggi a Clarence Thomas, ma anche la retta scolastica di un giovane parente e l’acquisto della casa della madre. Secondo ProPublica, Samuel Alito non aveva reso pubblica una gita di pesca in Alaska del 2008 pagata da altri ricchi benefattori, uno dei quali poi è stato coinvolto in un caso davanti alla Corte. La gita costò oltre mille dollari al giorno, pagati dal miliardario degli hedge fund Paul Singer e dal proprietario del resort in Alaska, Robin Arkley II.
I conflitti d’interesse riguardano anche la giudice di nomina democratica Sonia Sotomayor, il cui staff secondo l’Associated Press aveva fatto pressione su varie università perché adottassero come testo i suoi libri.
Il grosso delle controversie citate dal rapporto però si concentra su Thomas e Alito. La Commissione afferma che entrambi avrebbero dovuto ricusarsi dal caso sul coinvolgimento di Donald Trump nell’assalto al Congresso del 6 gennaio.
Come aveva rilevato il New York Times, nei mesi successivi alla rivolta del 6 gennaio, davanti a due case di Alito hanno sventolato bandiere uguali a quelle portate dai ribelli: una bandiera degli Stati Uniti capovolta e un albero di abete, davanti alla sua casa in Virginia e a una casa in New Jersey. Interpellato da due senatori che gli chiedevano di ritirarsi dal caso, Alito ha replicato che non lo avrebbe fatto, perché le bandiere erano state esposte dalla moglie. La Corte Suprema poi ha sentenziato che il presidente gode di una immunità parziale, ovvero non può essere giudicato per reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni.
Nel 2022, il Washington Post ha rivelato che Virginia “Ginni” Thomas, moglie di Clarence Thomas, aveva esortato i funzionari della Casa Bianca di Trump a contestare la vittoria elettorale di Joe Biden. Anche allora, fu chiesto a Clarence Thomas di ricusarsi dal caso, senza risultato.