Durante il primo mandato lo aveva minacciato: adesso Donald Trump tornato alla Casa Bianca potrebbe far uscire gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “fin dal primo giorno”. Secondo il Financial Times, la squadra di transizione del presidente eletto lo avrebbe già avvertito a diversi scienziati che sottolineano l’impatto “catastrofico” che la decisione statunitense avrebbe sulla salute a livello globale.
L’Oms perderebbe infatti la sua principale fonte di fondi, danneggiando la sua capacità di rispondere a crisi di salute pubblica come la pandemia di coronavirus. “Gli Stati Uniti lasceranno un vuoto enorme nel finanziamento e nella leadership della salute globale. Non vedo chi potrebbe colmare questa lacuna”, dice Lawrence Gostin, docente di politiche sanitarie mondiali alla Georgetown Law di Washington.
Gli Stati Uniti sono il principale donatore singolo dell’OMS; nel biennio 2022-2023 hanno fornito circa il 16% dei finanziamenti nel 2022-23.
Tuttavia, Gostin dice di non essere sicuro che Trump sia ansioso di uscire dall’Oms quanto certi membri della sua squadra. Fra tutti spicca naturalmente il nome del candidato segretario alla Salute, Robert F. Kennedy. L’eccentrico rampollo di casa Kennedy non fa mistero delle sue convinzioni no vax. Se il ritiro avverrà, saranno “anni molto magri per l’OMS, in cui farà fatica a rispondere alle emergenze sanitarie e dovrà ridurre considerevolmente il suo personale scientifico”. È improbabile che i Paesi europei aumentino i finanziamenti, ma un concorrente pronto ad ampliare la sua influenza c’è: “il ritiro non sarebbe una mossa intelligente perché cederebbe la leadership alla Cina”.
Nel 2020, Trump già avviò l’iter per l’uscita dall’Oms. La pandemia di Covid-19 non lo aveva convinto della necessità di una politica globale, anzi: accusava l’agenzia internazionale dell’Onu di essere controllata dalla Cina, dal cui territorio si era diffuso il virus. Del resto, la fiducia di Trump nel multilateralismo a tutti i livelli è prossima allo zero e nel suo “Make America Great Again” non figura l’idea che aiutarsi a vicenda faciliti la vita. Nel 2020 comunque l’iter non giunse a conclusione e il successore alla Casa Bianca Joe Biden ha riavviato le relazioni con l’agenzia nel suo primo giorno di mandato nel 2021. Secondo gli esperti interpellati dal Financial Times, alcuni membri del team di Trump vorrebbero questa volta muoversi molto più in fretta.
Ashish Jha, ex coordinatore della risposta Covid alla Casa Bianca di Biden, e rettore della Scuola per la salute pubblica della Brown University, suggerisce che Trump potrebbe annunciare l’uscita nel suo primo giorno alla Casa Bianca proprio come misura simbolica: “Ci sono molte persone che faranno parte della cerchia ristretta dell’amministrazione che non si fidano dell’Oms e vogliono dimostrarlo fin dal primo giorno” ha detto. Ci sarebbero pareri contrastanti intorno a Trump, fra chi vorrebbe restare nell’organizzazione e chi vorrebbe uscirne, col secondo gruppo che sta vincendo il tiro alla fune.
Secondo Jha, organismi come l’OMS sono fondamentali per la cooperazione globale sullo sviluppo e la distribuzione dei vaccini e altre terapie durante le emergenze sanitarie; ma uscire dall’OMS potrebbe anche significare un disastro per la salute degli Stati Uniti. “Se non si è impegnati in queste istituzioni, non si hanno le orecchie a terra quando si verifica un’epidemia” ha avvertito; in sostanza Washington rischia di non essere pronta a reagire. Del resto, se l’amministrazione Trump sarà dominata da persone secondo cui i vaccini provocano l’autismo e i virus escono dai laboratori cinesi con la complicità dell’Oms, sarebbe improbabile che il paese più potente del mondo riuscisse a reagire tempestivamente in caso di una nuova epidemia globale.
Il team di transizione di Trump non ha commentato direttamente il potenziale ritiro. Una fonte vicina al progetto ha detto al Financial Times: “Parliamo dell’OMS che abbiamo lasciato nella prima amministrazione? Direi che non ci interessi molto quello che hanno da dire”.
L’OMS non ha commentato. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’organismo, ha dichiarato questo mese che si tratta di una “organizzazione unica” che spera di collaborare con i responsabili politici statunitensi. “Da parte nostra, siamo pronti a lavorare insieme”, ha dichiarato. “Credo che i leader statunitensi capiscano che gli Stati Uniti non possono essere sicuri se il resto del mondo non lo è”.