La Commissione Etica della Camera ha reso note le conclusioni dell’indagine svolta sull’ex parlamentare repubblicano Matt Gaetz che Donald Trump voleva nominare ministro della Giustizia nella sua prossima Amministrazione.
L’indagine condotta dai parlamentari sostiene che ci sono “prove sostanziali” del pagamento fatto dall’ex congressman della Florida a una minorenne per avere rapporti sessuali e del pagamento di migliaia di dollari per almeno altri venti incontri a base di droga e sesso, ampiamente descritti nelle trentasette pagine delle conclusioni della Commissione.
Gaetz ha cercato di bloccare la pubblicazione di questo rapporto, ma si è rivolto a un tribunale federale di Washington dopo che il documento era già stato mandato ai media. Gli avvocati del parlamentare hanno affermato che, rendendo pubbliche le conclusioni dopo che Gaetz si era dimesso dalla Camera, la Commissione “in via incostituzionale ha violato le norme della privacy di un privato cittadino attraverso un rapporto investigativo contenente accuse potenzialmente diffamatorie che danneggiano in modo irreparabile la sua reputazione”. Ma la richiesta è stata inutile perché i giornali e le televisioni avevano già dedicato ampio spazio alla notizia.
Nelle loro conclusioni gli inquirenti hanno affermato che Gaetz “pagò più volte le donne per avere rapporti sessuali con lui” tra il 2017 e il 2020 e nel 2017 “intrattenne un’attività sessuale con una minorenne”. Ci sono inoltre accuse di aver fatto uso, acquistato e posseduto illegalmente droga tra il 2017 e il 2019, inclusa cocaina ed ecstasy “in più occasioni” e di aver accettato regali senza aver informato il Congresso di aver avuto queste donazioni. “Il rappresentante Gaetz – sostiene il rapporto – ha agito in una maniera che ha gettato discredito sulla Camera”.
I commissari aggiungono che, nel corso delle indagini, non sono state trovate prove sufficienti per stabilire che Gaetz abbia violato le leggi federali sul traffico sessuale e di non aver raccolto testimonianze che gli atti sessuali compiuti con “quelle donne, che all’epoca avevano meno di 18 anni, siano stati fatti attraverso la forza, la coercizione o l’inganno”.
Nelle indagini vengono descritti anche gli stretti legami tra Matt Gaetz e Joel Greenberg, un ex esattore delle tasse della contea di Seminole, in Florida, che sta scontando una condanna a 11 anni di carcere per traffico sessuale di minori, frode telematica e truffa. Greenberg era l’organizzatore dei festini che Gaetz aveva pagato tramite il sito web SeekingArrangement.com.
“Quasi tutte e donne intervistate dagli inquirenti della Commissione Etica della Camera hanno confermato di essere stata pagate per avere rapporti sessuali con Gaetz” tra il 2017 e il 2020. Le donne hanno anche testimoniato di aver visto Gaetz usare ecstasy, cocaina e marijuana e il Comitato ha scoperto che l’ex congressman ha creato un “account di posta elettronica con un falso nome usando i computer della Camera allo scopo di acquistare gli stupefacenti”.
Quando la Camera due anni fa avviò le indagini su di lui il parlamentare chiese all’allora speaker della Camera, Kevin McCarthy, di intervenire per bloccare l’inchiesta. Le accuse erano state a lungo confutate da Gaetz, che aveva lanciato una campagna contro il Dipartimento della Giustizia accusando l’Amministrazione Biden di averlo preso di mira per il suo sostegno a Donald Trump. Ma a contraddire le sue smentite c’era la testimonianza del suo ex compagno di avventure Greenberg, il quale aveva patteggiato con gli inquirenti federali il verdetto di colpevolezza e aveva fatto il nome di tutte le donne che Matt Gaetz aveva pagato per avere sesso con loro.
Dopo che McCarthy si era rifiutato di bloccare le indagini della commissione Etica, Gaetz aveva lanciato una campagna lo speaker che lo aveva abbandonato al suo destino. Da allora Gaetz ha innescato una lotta intestina all’interno del partito repubblicano scatenando l’offensiva contro lo speaker con la scusa dell’accordo che McCarthy aveva trovato con la Casa Bianca per evitare lo shutdown senza tagliare finanziamenti federali alla spesa. Un’escalation di accuse culminata, alla fine, con l’ala trumpiana della Camera che, per difendere Gaetz, ha sfiduciato McCarthy, il quale dopo aver perso la carica di speaker, si è dimesso anche dalla Camera. Ma nonostante le sue dimissioni ha mantenuto stretti i rapporti con i parlamentari commissari della commissione Etica che, alla fine, hanno reso noto le conclusioni delle indagini dopo che inizialmente avevano deciso di secretarle perché Matt Gaetz si era già dimesso. In difesa di Gaetz, contro lo speaker, si erano schierati i parlamentari Andy Biggs, Ken Buck, Tim Burchett, Eli Crane, Bob Good, Nancy Mace e Matt Rosendale.