Al NYU Langone Health, Towana Looney, originaria dell’Alabama, costretta a sottoporsi a dialisi da otto anni, ha subito un intervento chirurgico sperimentale di trapianto di rene di maiale. È la quinta donna americana a cui è stato trapiantato un organo dell’animale geneticamente modificato. L’organo infatti viene sottoposto a procedure di laboratorio per renderlo più simile a quello umano prima di essere reso disponibile per l’operazione.
”È come un nuovo inizio – ha detto la cinquantatrenne entusiasta in una intervista rilasciata all’Associated Press. – Dopo l’intervento mi sentivo energica. Avere un rene funzionante e sentirlo è incredibile”. Secondo il dott. Robert Montgomery del NYU Langone Health, che ha guidato la procedura sperimentale, l’intervento “segna un passo importante nell’ambito dello xenotrapianto”. Nello specifico, in ambito medico si tratta di un trapianto eseguito con l’utilizzo di organi prelevati da esseri viventi di una specie diversa da quella del ricevente.
Looney è stata dimessa dall’ospedale appena undici giorni dopo l’operazione, avvenuta lo scorso mese, per continuare la convalescenza in un appartamento vicino dove viene monitorata dai medici. Questa settimana è stata ricoverata per tenere sotto controllo la terapia, ma sta reagendo bene al trapianto. Attualmente, salvo imprevisti di eventuale rigetto, i medici pensano che possa tornare nella sua casa in Alabama fra tre mesi.
Negli Stati Uniti oltre 100.000 persone sono in lista di attesa per i trapianti e molti di essi hanno bisogno di un rene. “La carenza di organi è in realtà una crisi senza attenuanti e non abbiamo mai avuto una vera soluzione”, ha affermato il dott. Jayme Locke dell’Università dell’Alabama a Birmingham. Secondo gli esperti, grazie alla ricerca scientifica sullo sviluppo di interventi di xenotrapianto da organi di maiale geneticamente modificati, il trapianto di rene potrebbe diventare una procedura chirurgica più accessibile. In questo senso gli scienziati stanno lavorando ancora per ottimizzare a livello genetico il rene dell’animale così da renderlo più simile e compatibile con quello umano, limitando così i casi di complicazioni post-operatorie e di rigetto.