Mercoledì, Eric Trump, figlio di Donald e vicepresidente esecutivo della Trump Organization, ha annunciato ufficialmente il primo progetto dell’azienda in Arabia Saudita: un colossale grattacielo da 47 piani.
Il piano in questione precede così ulteriori sviluppi nel settore immobiliare da parte della compagnia nell’emisfero asiatico, con nuove sedi proposte in India, Vietnam e Indonesia, in vista dell’inizio del secondo mandato del leader MAGA alla Casa Bianca.
“Sono incredibilmente orgoglioso di lanciare ufficialmente un progetto in corso da molti mesi: la Trump Tower Jeddah”, ha comunicato sul suo profilo X Eric Trump, “tengo a ringraziare i nostri partner di Dar Global: questa è la quinta volta che lavoriamo insieme. Sarà uno degli edifici più lussuosi al mondo”.
Per la realizzazione della struttura in questione, le due società spenderanno circa 532 milioni di dollari. La nuova Trump Tower, verrà inaugurata, presumibilmente, tra 4 anni.
Le compagnie, inoltre, stanno collaborando anche per la realizzazione del complesso alberghiero Trump International da 500 milioni di dollari, in Oman. “Dopo il notevole successo di quest’ultimo progetto e delle nostre più recenti iniziative a Dubai e Gedda, siamo entusiasti di annunciare altri due piani a Riyad”, ha inoltre dichiarato Eric Trump, che supervisiona gli interessi immobiliari della società.
Dar Global affitterà il marchio Trump per la torre di Jeddah, ma possiederà interamente la proprietà nella capitale dell’Arabia Saudita. L’annuncio è arrivato poco dopo la decisione della FIFA di assegnare al Paese l’organizzazione dei mondiali del 2034.
Nel recente passato, la Trump Organization è finita più volte sotto la luce dei riflettori per i suoi rapporti con le nazioni estere. Nel 2021, ad esempio, il fondo sovrano saudita investì 2 miliardi di dollari nella società di private equity di Jared Kushner, genero di Donald Trump ed ex consigliere della Casa Bianca.
Durante il primo mandato del leader MAGA, Kushner aveva inoltre guidato i negoziati tra gli USA e l’Arabia riguardanti questioni di politica mediorientale. Per questo motivo, dunque, alcuni funzionari governativi hanno sollevato dubbi su un possibile conflitto d’interessi, tra affari privati e relazioni politiche.