La Russia è pronta a negoziare un nuovo scambio di prigionieri con gli Stati Uniti poche settimane dopo l’insediamento di Donald Trump.
Parola di Sergej Ryabkov, vice ministro degli Esteri di Mosca, che in un’intervista a NBC News ha spiegato che il Cremlino si auspica un accordo simile a quello che lo scorso 1° agosto ha riportato negli USA i giornalisti Evan Gershkovich e Alsu Kurmasheva, oltre all’ex Marine Paul Whelan. In estate, otto cittadini russi detenuti in vari Paesi occidentali furono consegnati ai russi all’aeroporto Esenboğa di Ankara in cambio di 16 prigionieri politici, tra cui giornalisti e dissidenti, rinchiusi nelle carceri russe.
“Siamo sicuramente disposti a prendere in esame una soluzione del genere,” ha dichiarato Ryabkov, lasciando intendere che il Cremlino è pronto a graziare alcuni detenuti.
Lo scambio, secondo fonti vicine al Cremlino, potrebbe avvenire già a febbraio 2025, pochissime settimane dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca (previsto per il 20 gennaio). A detta di Ryabkov, sarebbe un “passo sano e positivo” per avviare un riavvicinamento tra le due potenze, senza però fornire ulteriori dettagli per “non anticipare nulla”.
Qualche dettaglio lo ha dato invece il canale Telegram Mash, ritenuto vicino ai servizi di sicurezza russi: da parte sua, Mosca avrebbe già stilato una lista di 70 cittadini russi detenuti negli Stati Uniti per accuse di spionaggio o violazioni delle sanzioni.
Washington avrebbe invece chiesto espressamente la liberazione del soldato Gordon Black, di Joseph Tater e della russo-americana Ksenia Karelina. Nella trattativa sarebbero coinvolti anche alcuni Paesi europei, che avrebbero chiesto la liberazione di alcuni giovani russi, perlopiù minorenni, accusati di atti di sabotaggio e terrorismo sui binari ferroviari in territorio russo.
Black è un sergente dell’esercito USA arrestato a maggio a Vladivostok per furto e minaccia di omicidio nei confronti dell’amante russa. Di stanza in Corea del Sud, si era recato in Russia senza l’autorizzazione dei superiori per raggiungere la donna, a cui avrebbe sottratto 10.000 rubli (poco più di 100 dollari) dopo averla minacciata di morte. A differenza di molti connazionali, il suo caso non è stato finora considerato di matrice politica.
Tater è stato arrestato ad agosto con l’accusa di aver malmenato i dipendenti di un hotel di Mosca (circostanza che il diretto interessato nega). In seguito avrebbe inoltre aggredito un agente di polizia, innescando un nuovo procedimento penale che potrebbe costargli fino a cinque anni di carcere.
Karelina, cittadina russo-americana residente a Los Angeles, è stata invece arrestata a febbraio per tradimento mentre faceva visita alla famiglia a Ekaterinburg. L’accusa è di “aver fornito assistenza finanziaria a uno Stato straniero in attività dirette contro la sicurezza della Russia” per aver donato 51,80 dollari a un’ONG ucraina. Rischia fino a 20 anni di carcere.