“Meloni? Una leader di grande energia.” Così Donald Trump ha descritto la premier italiana dopo il loro incontro a Parigi in occasione della riapertura della cattedrale di Notre-Dame. “Abbiamo trascorso molto tempo insieme, è stata una grande occasione,” ha aggiunto il repubblicano ormai pronto a tornare alla Casa Bianca.
Un elogio, quello di Trump, che da qualcuno è stato interpretato anche come una sottilissima critica alla leader di Fratelli d’Italia (“live wire” in inglese è letteralmente un filo elettrico scoperto, ossia una persona piena di energia ma anche imprevedibile). E che accende i riflettori sul possibile asse tra Trump e Meloni, in un momento in cui Emmanuel Macron fatica a contenere una Francia politicamente divisa, Olaf Scholz potrebbe essere presto sostituito in Germania, e la Polonia vive un periodo di intensa instabilità politica.
Meloni è stata finora capace di combinare un approccio ideologicamente conservatore che le ha attirato le simpatie di Washington (e di Elon Musk) con un pragmatismo che le ha permesso al contempo di mantenere buoni rapporti con Bruxelles, distinguendosi ad esempio dall’ungherese Viktor Orbán.
Dal canto suo, Trump ha dichiarato di voler porre fine alla guerra in Ucraina “in un giorno”, ha attaccato la NATO definendola un peso per gli Stati Uniti e ha promesso nuovi dazi su prodotti europei, compresi campioni del Made in Italy come il Parmigiano e le scarpe di lusso. E l’Italia, che spende solo l’1,5% del PIL per la difesa (ben al di sotto dell’obiettivo NATO del 2%) potrebbe verosimilmente essere intimata da Washington ad aumentare drasticamente le spese militari per preservare l’ombrello USA.
Per Meloni, i prossimi mesi saranno un autentico esercizio di equilibrismo tra l’alleanza con un’America più isolazionista e il consolidamento del ruolo costruttivo di Roma in Europa.