TikTok, uno dei social network più utilizzati al mondo, è ora ad un passo dal dover chiudere definitivamente i battenti negli Stati Uniti. Ieri, infatti, tre giudici della Corte d’Appello per il Circuito del Distretto di Columbia hanno confermato all’unanimità una nuova legge ,che potrebbe portare alla messa al bando della popolare applicazione appartenente a ByteDance, società cinese, per motivi di sicurezza nazionale.
La decisione potrebbe essere un colpo mortale per l’applicazione in uno dei suoi mercati più importanti. Sono oltre 170 milioni, infatti, gli americani che utilizzano quotidianamente il social. La legge, firmata ad aprile, impone a ByteDance di vendere l’app a una società non cinese entro il 19 gennaio, pena il divieto di accesso negli Stati Uniti.
TikTok, che dal 2020 ha sollevato preoccupazioni per la sicurezza nazionale tra i politici americani, a causa dei suoi legami con la Cina, ha dichiarato che una vendita è impossibile, in parte perché sarebbe bloccata da Pechino. La sentenza di ieri, ha di fatto respinto una contestazione del Primo Emendamento presentata dall’azienda, convinta che il divieto imposto fosse una violazione incostituzionale della libertà di parola.
I giudici non hanno condiviso l’argomentazione di TikTok. Hanno detto che la norma è stata “accuratamente elaborata per affrontare solo il controllo da parte di un avversario straniero” e che “Il governo ha agito esclusivamente per proteggere la libertà da una nazione straniera avversaria e per limitare la capacità di quest’ultima di raccogliere dati sulle persone negli Stati Uniti”.
Secondo i funzionari e l’intelligence americana, la supervisione del governo cinese sulle aziende private consentirebbe a Pechino di utilizzare l’app per recuperare informazioni sensibili sui cittadini statunitensi o per diffondere video ed altri materiali propagandistici. Tuttavia, nonostante la sconfitta in tribunale, i vertici dell’azienda cinese non hanno intenzione di arrendersi, ed hanno già annunciato che presenteranno ricorso alla Corte Suprema.
“La Corte Suprema ha una storia consolidata di protezione del diritto alla libertà di parola degli americani, ha dichiarato Michael Hughes, portavoce di TikTok, definendo la legge in questione “una vera e propria censura nei confronti del popolo statunitense”. Di tutt’altro avviso, invece, è stato il procuratore generale Merrick Garland, che ha definito la sentenza “un passo importante per impedire al governo cinese di armare TikTok”.
Secondo gli esperti, alla fine la Corte Suprema prenderà in considerazione la vicenda, e si esprimerà verso giugno. Se la legge verrà bloccata, la questione passerà poi in mano all’amministrazione entrante, guidata da Donald Trump, che in questi mesi si è detto favorevole al social network. Non è chiaro tuttavia come il leader possa salvare l’applicazione, in base alla tempistica e al linguaggio della legge. Un portavoce del suo team ha dichiarato a novembre che “realizzerà” un piano per proteggere TikTok, ma ha fornito pochi dettagli a riguardo.
In ogni caso, il sostegno del presidente eletto nei confronti dell’applicazione non è poi così scontato, visto soprattutto le sue posizioni anti Cina.
Un’eventuale vendita di TikTok, si scontra con ostacoli importanti, dal punto di vista finanziario, tecnico e politico. Il social potrebbe costare più di 200 miliardi di dollari e molti potenziali acquirenti si scontrerebbero con il controllo dell’antitrust. Inoltre, nell’agosto 2020 il governo cinese ha emanato delle restrizioni alle esportazioni che probabilmente darebbero a Pechino il potere di bloccare una potenziale vendita da parte di ByteDance.