Un incontro inaspettato e dai toni pragmatici: venerdì sera, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha accolto il primo ministro canadese Justin Trudeau nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Un vertice informale, non annunciato, che arriva pochi giorni dopo la dichiarazione di Trump di voler imporre dazi del 25% su importazioni canadesi e messicane, preludio di una possibile guerra commerciale con due dei maggiori partner economici degli Stati Uniti.
Trump, in un post su Truth Social, ha definito l’incontro con il leader canadese “molto produttivo”, sottolineando i principali temi trattati: la crisi del fentanyl, l’immigrazione illegale e il disavanzo commerciale tra Washington e Ottawa. “Abbiamo discusso di questioni cruciali che richiedono una stretta collaborazione tra i nostri Paesi: la devastazione causata dal fentanyl e dall’immigrazione illegale, accordi commerciali equi che non danneggino i lavoratori americani e il massiccio deficit commerciale con il Canada,” ha scritto Trump.
Dal canto suo, Trudeau ha replicato sabato con un messaggio su X (ex Twitter): “Grazie per la cena di ieri sera, presidente Trump. Non vedo l’ora di lavorare insieme, di nuovo.”
Un funzionario del governo canadese, sotto anonimato, ha descritto la cena come “positiva e ampia” e durata circa tre ore. Trudeau, poche ore prima di partire per la Florida, aveva dichiarato in una conferenza stampa di voler prendere sul serio l’annuncio dei dazi di Trump. “Quando Trump fa dichiarazioni del genere, ha intenzione di metterle in pratica,” aveva affermato il premier canadese.
Anche dal Messico arrivano segnali di tensione. La presidente Claudia Sheinbaum ha avvertito che i propositi tariffari di Trump potrebbero avere conseguenze disastrose per entrambi i Paesi, prospettando possibili misure di ritorsione.
Trump non si è limitato a parlare di dazi verso Canada e Messico. In un altro post sui social, ha rivolto un avvertimento ai Paesi BRICS – l’alleanza economica che include Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, insieme a nuovi membri come Iran, Egitto ed Etiopia. Trump ha minacciato tariffe del 100% qualora il blocco decida di creare una nuova valuta o di sostenere una moneta alternativa al dollaro statunitense.
“Chiediamo a questi Paesi un impegno a non creare una valuta BRICS né a sostenere altre valute che possano sostituire il potente dollaro USA, altrimenti si aspettino tariffe del 100% e l’addio all’accesso al nostro meraviglioso mercato economico,” ha dichiarato.
Molti esperti economici avvertono che i dazi proposti potrebbero far aumentare i costi per i consumatori statunitensi, mettendo a rischio i rapporti commerciali con i vicini del Nord e del Sud. Trump, tuttavia, difende la sua strategia, affermando che le tariffe proteggeranno i produttori americani e stimoleranno la crescita dell’occupazione interna.