Il Giorno del Ringraziamento, tradizionalmente un momento di condivisione e gratitudine, si trova spesso in bilico tra celebrazione e conflitti familiari. La vicinanza temporale con le elezioni americane rischia di convogliare le conversazioni, durante il pranzo con amici e parenti, in un monologo politico che può compromettere la riuscita dell’intera giornata.
Numerosi terapeuti sono intervenuti per raccomandare di evitare argomenti impegnativi davanti al tacchino. Il Thanksgiving day avvertono può essere un’occasione per discutere delle differenze politiche solo se in modo costruttivo, altrimenti meglio concentrarsi su altri dialoghi.
Per la dottoressa Sheri Meyers, la giornata dovrebbe essere un “momento per celebrare ciò che unisce, non ciò che divide”. Per evitare scontri, consiglia di dichiarare la festa una “zona libera dai dibattiti”, dove i partecipanti dovrebbero soltanto focalizzarsi sul significato dell’incontro.
Anche Angela Caldwell, direttrice del Caldwell Family Institute di Los Angeles,in California, ha una visione simile e suggerisce di chiedere preventivamente agli ospiti di evitare argomenti divisivi in modo da aggirare inutili conflitti.
La psicoterapeuta Danah Williams, invece sottolinea l’importanza di riconoscere le sfumature. Vedere i membri della famiglia come “giusti” o “sbagliati” irrigidisce le posizioni e ostacola il dialogo. Un approccio più equilibrato, basato sulla curiosità e sull’empatia, può ridurre i contrasti e favorire la comprensione reciproca.
In definitiva, gli esperti fanno capire che ogni nucleo familiare dovrebbe considerare le proprie dinamiche e la resistenza emotiva dei suoi membri. Per alcuni, queste discussioni possono rafforzare i legami; per altri, rischiano di trasformare un’occasione di celebrazione in un campo di battaglia ideologico.
Indipendentemente dalla scelta, l’obiettivo rimane quello di promuovere la gratitudine e l’unità come vuole la tradizione nata nel 1621, quando i primi coloni inglesi, i Padri Pellegrini, giunti a bordo della Mayflower, dopo un difficile primo inverno trascorso in America, festeggiarono il raccolto abbondante ottenuto grazie all’aiuto dei nativi americani della tribù Wampanoag. Tuttavia, questa narrativa di armonia con le popolazioni indigene, negli ultimi decenni, è stata criticata ed è diventata essa stessa un punto di contesa intorno alla tavola del Ringraziamento e altrove.