Scintille e anche qualcosa di più alla corte dei pesi massimi che girano intorno a Donald Trump e cercano di influenzare il presidente eletto: primo fra tutto il magnate fondatore della Tesla e di Space X, Elon Musk, così onnipresente a fianco di Trump da essersi autodefinito “first buddy”, il “primo amico” (e gli umoristi di sinistra lo hanno direttamente definito “first lady”). Secondo quanto riporta il sito Axios, uno “scontro epocale” è scoppiato fra Musk e l’avvocato e principale consigliere di Trump Boris Epshteyn, di fronte a testimoni, durante una cena nella residenza di Trump a Mar-a-Lago in Florida, la scorsa settimana. Le fonti – anonime – di Axios parlando di un “litigio pazzesco”: Musk ha accusato Epshteyn di far trapelare notizie alla stampa, l’avvocato ha affermato che il miliardario non sapeva di cosa stesse parlando.
Entrambi gli uomini hanno enorme impatto sul presidente eletto. Epshteyn è dietro alla scelta finora più controversa per l’amministrazione Trump, quella di Matt Gaetz come futuro segretario alla Giustizia. Secondo Axios probabilmente c’è stato un disaccordo sul sostegno di Epshteyn a Bill McGinley come consigliere di Trump alla Casa Bianca, e alla nomina, come bracci destri di Gaetz alla Giustizia, di Todd Blanche e Emil Bove, che facevano parte del team di difesa penale di Trump.
Gli ultimi appuntamenti pubblici di Trump hanno apertamente dimostrato quanto Elon Musk tenga le chiavi del cuore del presidente eletto; non solo lo ha finanziato e ha partecipato alle ultime settimane di campagna, ma dalla notte elettorale, passata a Mar-a-Lago, non si è praticamente scostato dal suo fianco, ed è ben più presente del vicepresidente eletto JD Vance. La domanda semmai è se una personalità così forte resisterà sia al malcontento del cerchio magico di Trump, che non apprezza a quanto pare la sua presenza, sia al contatto costante con lo stesso presidente, anche lui dotato di un ego considerevole. Pare che Trump abbia scherzosamente detto di Musk che “non riesco a liberarmene”, e la giornalista Kara Swisher, che segue Silicon Valley e conosce bene Musk, ha detto alla Cnn che fra i due non può che scoppiare un contrasto: “Sono entrambi narcisisti, ma ci può essere un solo narcisista a capo del Paese, e non può che essere Donald Trump, che ha appena vinto le elezioni”.
Musk è stato incaricato insieme all’imprenditore Vivek Ramaswamy della “semplificazione”, ovvero di un nuovo organo col compito di snellire drasticamente l’apparato burocratico dello Stato. Sarebbe stato sempre lui a consigliare a Trump un’altra nomina contestatissima, quella di Robert Kennedy Jr. alla Sanità, e starebbe pesando sulla scelta del ministro del Tesoro.
Il nome preferito da Musk è quello di Howard Lutnick, Amministratore Delegato della banca d’investimento Cantor Fitzgerald e già a capo della squadra di transizione di Trump, che il miliardario sta spingendo anche sulla piattaforma social X di sua proprietà e fra i suoi 200 milioni di follower. Trump, si dice, preferirebbe un profilo più conciliante come quello di Scott Bessent.
La formazione del governo è ancora in alto mare: tutte le nomine dovranno del resto essere confermate dal Senato, e se la camera alta è saldamente in mano ai repubblicani, non è detto che tutti i senatori del GOP apprezzino i nomi sul tavolo.
Il sito Politico ha notato che nelle riunioni a Mar-a-Lago si stanno formando delle “correnti”, e che Trump telefona spesso ad altri amici o consiglieri esterni ai lavori, forse per non dare troppo peso a nessuno, o per cercare sponde altrove. Sabato, il presidente eletto è tornato al Madison Square Garden dove il 27 ottobre aveva tenuto il suo grande comizio di fine campagna: ha assistito alla finale dei pesi massimi dell’Ultimate Fighting Championship, il campionato di arti marziali il cui pubblico è suo acceso sostenitore. A fianco aveva Elon Musk e Robert Kennedy Jr. Le foto del volo di ritorno da New York a Miami lo mostrano con Musk, Kennedy e il figlio Don jr, seduti a mangiare hamburger e patatine fritte. Anche lì, il vicepresidente eletto JD Vance non c’era: ma dai cerchi magici come si entra, si rischia di uscire in fretta.