Secondo quanto riferisce la CNN, il team di transizione di Trump vorrebbe bypassare i controlli di background dell’FBI per alcune delle sue nomine ministeriali. Secondo fonti dell’emittente Usa, Trump e i suoi alleati ritengono che il processo di verifica sia fonte di problemi e lungaggini e quindi possa rallentare l’attuazione dell’agenda del presidente eletto una volta entrato in carica.
I controlli dell’FBI sono standard per le amministrazioni entranti fin dall’era Eisenhower, perché offrono garanzie che nessuna persona nominata ai più alti livelli del governo americano sia in realtà portatore di interessi estranei al bene nazionale o che lavori per conto di governi stranieri. Tuttavia le verifiche dell’intelligence, pur tramandate come tradizione da un’amministrazione presidenziale all’altra, non sono un obbligo giuridicamente vincolante. In ultima analisi, è il presidente eletto Donald Trump a decidere chi comporrà il suo governo e se sia possa o meno ricevere informazioni sensibili.
Le fonti della CNN indicano che i consiglieri di Trump hanno iniziato a far circolare un memo prima delle elezioni, esortando l’allora candidato a ignorare la tradizione delle verifiche FBI, a favore dell’uso di investigatori privati, un processo che, secondo loro, sarebbe più rapido.
Il fatto è che alcune delle scelte di Trump per le posizioni più importanti già sono suscettibili di problemi a fronte di un controllo d’intelligence. Robert F. Kennedy Jr, nominato da Trump Segretario alla Sanità e ai Servizi Umani, ha una lunga storia di azioni e comportamenti eccentrici che potrebbero renderlo un problema per la sicurezza. Secondo un altro rapporto della CNN pubblicato subito dopo l’elezione di Trump, un membro del team del presidente entrante ha detto che “se scarichi un orso a Central Park e pensi di essere al di sopra della legge, non ti va di passare attraverso le forche caudine del politically correct”.
Se Kennedy potrebbe avere problemi a causa del suo stile di vita, altri candidati scelti da Trump come Tulsi Gabbard ed Elon Musk destano preoccupazioni in materia di politica estera. Gabbard è stata apertamente in contrasto con il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina dopo l’invasione russa del 2022, che secondo lei fu conseguenza delle “legittime preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza riguardo all’adesione dell’Ucraina alla NATO”. Gabbard ha anche ripetuto le affermazioni di funzionari russi secondo cui gli Stati Uniti avrebbero “biolaboratori in Ucraina che, se violati, diffonderebbero agenti patogeni mortali”.
Da parte sua, Elon Musk, che Trump ha scelto come zar dell’efficienza governativa a capo di un nuovo dipartimento, ha appena incontrato l’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, apparentemente per discutere delle relazioni tra Stati Uniti e Iran. Si tratterebbe di una violazione del Logan Act, che proibisce ai privati cittadini – Musk non ha ancora ufficialmente alcun incarico – di impegnarsi in trattative non autorizzate che potrebbero minare la posizione del governo, ed è punibile fino a tre anni di carcere.
Una fonte vicina al team di Trump ha dichiarato che non c’è da meravigliarsi: la scelta del personale della Casa Bianca nel 2017 fu “altrettanto mal preparata” e quindi metodi non ortodossi di selezione e di controllo dei membri del Governo sono “normali”.