Dopo la rielezione di Donald Trump, i colossi dell’informazione come MSNBC e CNN stanno registrando un netto calo di ascolti, un fenomeno che evidenzia l’attuale crisi dei network liberali negli Stati Uniti.
La sconfitta della vicepresidente Kamala Harris ha segnato un punto di svolta per entrambe le reti, con MSNBC che ha visto il proprio pubblico dimezzarsi in prima serata, passando da una media di 1,8 milioni di spettatori a 808.000 e CNN subire una perdita simile, con una media di appena 413.000 accessi giornalieri.
MSNBC, in particolare, che da anni si rivolge a un pubblico anti-tycoon, almeno per il momento e come accaduto in precedenza, sembra aver perso il “Trump bump”, l’aumento di ascolti che derivava dall’ indignazione generata dal discusso ex-presidente.
Gli ascoltatori si sono in parte distaccati dal tono severo e divisivo che alcuni programmi della rete continuano a mantenere, preferendo una pausa dall’incessante retorica politica.
Anche figure influenti come Sharon Waxman, fondatrice della testata TheWrap, hanno espresso una crescente frustrazione verso la copertura di MSNBC, hanno affermato di “non poter più ascoltare” le analisi e le opinioni di alcuni dei principali volti della rete.
Fox News invece ha registrato una crescita del 61% rispetto all’anno precedente, a dimostrazione di come la recente elezione abbia alimentato l’interesse degli utenti conservatori, mentre i sostenitori dei democratici, in molti casi, prendere le distanze.
CNN inoltre ha annunciato tagli di budget e una ristrutturazione interna per il 2025, con la prospettiva di numerosi licenziamenti. Molti dipendenti temono cambiamenti drastici, mentre alcuni dei suoi volti più noti, come il giornalista Chris Wallace, starebbero valutando se rimanere o cercare nuove opportunità. Wallace, infatti, ha rivelato che potrebbe intraprendere un percorso indipendente, ha citato la crescente pressione economica e il cambio di visione aziendale come fattori determinanti nella sua scelta.
Il nuovo amministratore delegato dell’emittente Mark Thompson, che si trova ora gestire un network accusato di inclinazioni troppo liberali avrebbe inizialmente cercato di riequilibrare la narrazione per ridurre le tensioni con il pubblico conservatore. Tuttavia, i risultati elettorali hanno riacceso una copertura critica verso Trump e messo in luce l’impossibilità di una riforma completa, almeno nel breve termine.
La sfida che entrambe le reti dovranno ora affrontare non è solo finanziaria, ma anche identitaria. I vertici di MSNBC e CNN dovranno capire come recuperare l’appeal del loro pubblico senza alienare la loro base. Il ritorno di “The Donald” sembra aver destabilizzato il fragile equilibrio delle redazioni, molte delle quali affidate alla copertura critica per fidelizzare i proprio seguaci.
Alcuni addetti al settore, come il caporedattore Curtis Houck di NewsBusters, ritengono che il futuro di queste emittenti possa dipendere dalla capacità di offrire un servizio “intellettualmente stimolante” che superi le logiche del puro scontro politico.
In una fase in cui i media tradizionali affrontano un crescente disinteresse generale, il ritorno di Trump sembra aver acuito la crisi di fiducia verso le narrazioni troppo schierate. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se CNN e MSNBC riusciranno a riorganizzarsi e adattarsi a al nuovo scenario o se i loro ascolti continueranno inesorabilmente a scendere.