Non è trascorsa neanche una settimana dalla sua elezione. Donald Trump sta già lavorando con i suoi collaboratori per portare a termine il progetto di deportazione degli immigrati illegali fin dal suo primo giorno alla Casa Bianca. I primi invitati ad andarsene saranno haitiani, venezuelani e afghani, che beneficiano del programma temporaneo di protezione speciale approvato da Biden.
Secondo il Wall Street Journal che ha intervistato alcune fonti interne, il presidente neoeletto sarebbe intenzionato a dichiarare l’emergenza nazionale in modo da reindirizzare i fondi militari verso la detenzione e la rimozione dei migranti. Alcuni finanziamenti destinati al Pentagono andrebbero a sostenere le spese per il muro al confine meridionale. Infine, Trump starebbe vagliando la possibilità di utilizzare le basi militari per la detenzione degli immigrati in attesa di essere spediti al loro Paese d’origine e gli aerei federali per il trasporto.
Trump vuole revocare le politiche approvate dall’amministrazione Biden che limitavano gli interventi contro i migranti senza precedenti penali e velocizzavano le procedure per l’immigrazione, in modo da poter portare a termine il prima possibile la “più grande deportazione di massa della storia”, promessa fin dai primi comizi. Sono due le norme alle quali il presidente neoeletto potrebbe appellarsi senza che l’opposizione riesca a fermarlo: l’Alien Enemy Act del 1798, che in presenza di guerra o minacce alla sicurezza nazionale permette al leader degli Stati Uniti di detenere o deportare cittadini stranieri di Paesi nemici, e il National Emergencies Act del 1976, che se venisse dichiarata emergenza alla sicurezza nazionale Trump potrebbe attingere alle risorse del Pentagono. Non è un caso che nei mesi scorsi, durante la campagna elettorale, il tycoon abbia usato termini bellici per riferirsi ai migranti.
Le fonti interne fanno riferimento a circa 1,3 milioni di immigrati clandestini che hanno già ricevuto ordine di espulsione definitivi o che hanno condanne o accuse penali. Tuttavia, il progetto di Trump poi potrebbe estendersi a tutti coloro che non hanno ancora ottenuto asilo politico.
Negli Stati Uniti, ci sono circa 11 milioni di persone senza documenti. Per realizzare il suo progetto di “deportazione di massa”, Trump avrebbe bisogno di 968 miliardi di dollari, secondo un rapporto dell’American Immigration Council. Secondo quanto dichiarato, per il presidente neoeletto “non è una questione di prezzo. Non abbiamo scelta”.
Molti osservatori indipendenti sono convinti che Trump non riuscirà a deportarli tutti, soprattutto per i costi elevati. Tuttavia, numerose associazioni dei diritti civili stanno preparandosi per azioni coordinate di assistenza legale a livello nazionale. I democratici avevano già lanciato l’allarme nei mesi scorsi, durante la campagna elettorale di Biden, prima, e di Harris, poi, dal punto di vista sociale, ma soprattutto economico. Infatti, come lamentano già alcuni datori di lavoro, questa fetta di popolazione si occupa di quei lavori manuali più umili, necessari nelle catene di produzione, che potrebbero registrare aumenti, riduzioni o carenze nel caso in cui venisse a mancare la manodopera.