Donald Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Forte di una vittoria schiacciante e per certi versi inattesa, il candidato repubblicano è riuscito a conquistare non solo i cosiddetti swing states ma persino il voto popolare – che quasi tutti i sondaggisti davano per scontato avrebbe favorito la vicepresidente democratica Kamala Harris.
Come nel 2016, l’approdo di Trump alla Casa Bianca è destinato a sortire effetti di amplissima portata sia dentro che fuori i confini statunitensi. Del tycoon sono infatti note le tendenze isolazioniste, che in politica estera potrebbero voler dire, tra le altre cose, una pace “imposta” all’Ucraina e un indebolimento strategico della NATO.
Negli stessi minuti in cui l’ex presidente dichiarava vittoria, sono arrivati i primi messaggi di congratulazioni da parte dei leader stranieri. Tra i primi il presidente francese Emmanuel Macron, che su X ha scritto: “Pronto a lavorare insieme come abbiamo fatto per quattro anni,” ha scritto riferendosi al primo mandato di Trump dal 2016 al 2020. “Con le vostre convinzioni e le mie, nel rispetto e nell’ambizione, per maggiori pace e prosperità.”
Sempre sulla piattaforma social di proprietà di Elon Musk, a celebrare il successo di Trump anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Complimenti per il più grande ritorno della storia,” ha dichiarato Bibi. “È una vittoria enorme,” ha aggiunto il leader israeliano, augurandosi un nuovo capitolo di cooperazione tra Washington e Tel Aviv (dopo i burrascosi anni con Joe Biden).
Parole simili sono state impiegate dal primo ministro ungherese Viktor Orban, che ha salutato la vittoria come “il più grande ritorno nella storia politica americana”. Il ministro degli Esteri di Budapest, Peter Szijjarto, in un post su Facebook, ha espresso la speranza di rivedere una forte collaborazione politica tra Ungheria e Stati Uniti, sottolineando la visione comune in tema di pace, immigrazione e protezione della famiglia. “Ora c’è una possibilità concreta di raggiungere la pace in Ucraina,” ha aggiunto Szijjarto.
Pervenuta di buon mattino la reazione più attesa, quella del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Su X, Zelensky ha applaudito quella che ha definito una “vittoria impressionante” di Trump: “Confidiamo in una forte leadership americana sotto la guida decisiva del Presidente Trump e nel continuo sostegno bipartisan degli Stati Uniti per l’Ucraina.” Il leader ucraino ha infine chiesto a Trump di contribuire a raggiungere una “pace giusta” per il suo Paese.
A complimentarsi con “l’amico Donald Trump” per la “storica vittoria elettorale” anche il primo ministro indiano Narendra Modi. “Non vedo l’ora di rinnovare la nostra collaborazione per rafforzare ulteriormente il Partenariato globale e strategico globale India-USA. Insieme, lavoreremo per il miglioramento dei nostri popoli e per promuovere la pace, la stabilità e la prosperità globali.”
Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha dichiarato che la leadership di Trump sarà “di nuovo fondamentale per mantenere l’alleanza forte”, augurandosi di lavorare insieme per rafforzare la sicurezza attraverso l’unità dell’Occidente.
“A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump”, ha scritto su X la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. “Italia e Stati Uniti sono nazioni ‘sorelle’, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico – sottolinea la premier – che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente”.
Auguri anche da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “I nostri Paesi sono uniti da inscindibili vincoli di amicizia e collaborazione, cementati dalla condivisione dei valori democratici e dalla comune adesione a un ordine internazionale fondato sulle regole. Tali legami, che includono l’imprescindibile dimensione euro-atlantica, sono di vitale importanza, ancor più nell’attuale contesto internazionale segnato da conflitti e focolai di instabilità. Nella ricerca di soluzioni efficaci alle gravi crisi del presente Roma conferma la sua ferma volontà di lavorare d’intesa con Washington, bilateralmente e in tutti consessi multilaterali, oltre che nella cornice delle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea”, si legge in una nota del Quirinale.
“Mi congratulo vivamente con Donald J. Trump”, le parole della presidente della Commissione UE, Ursula Von Der Leyen. “Bruxelles e Washington sono più che semplici alleati. Siamo legati da un vero partenariato tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini. Lavoriamo quindi insieme a un’agenda transatlantica forte che continui a dare risultati per loro.”
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha invece affermato che “la Germania e gli Stati Uniti hanno lavorato a lungo con successo insieme per promuovere la prosperità e la libertà su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
Da Londra, il premier Keir Starmer si è congratulato con Trump per la sua “storica” vittoria elettorale. “Non vedo l’ora di lavorare con lei nei prossimi anni. Come più stretti alleati, siamo fianco a fianco in difesa dei nostri valori condivisi di libertà, democrazia e impresa,” le parole del primo ministro laburista.
Su X, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato la vittoria dell'”amico” Trump augurandosi “che le relazioni tra la Turchia e gli USA si rafforzino e che le crisi e le guerre regionali e globali, in particolare la questione palestinese e la guerra tra Russia e Ucraina, giungano al termine”. Per il leader di Ankara il risultato elettorale è “benefico per il nostro popolo, amico e alleato degli Stati Uniti, e per tutta l’umanità”.
Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha esteso le sue congratulazioni al “Presidente Eletto degli Stati Uniti d’America,” augurandogli la guida del Paese “con la benedizione e la guida di Dio”.
In mattinata sono arrivati anche i primi commenti informali da parte di Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato di “non essere a conoscenza dei piani del presidente Putin di congratularsi con Trump per l’elezione”, essendo gli Stati Uniti un “Paese non amico”.
In compenso, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha sbeffeggiato su X la candidata democratica Kamala Harris, pubblicando un video in cui la vicepresidente recita un salmo, accompagnato da un un ironico “Alleluia”. L’ex presidente Dmitrij Medvedev ha invece commentato su Telegram che Trump, “da uomo d’affari, è restio a finanziare alleati inutili”, auspicandosi un ridimensionamento degli aiuti americani all’Ucraina. “Resta da vedere quanto Trump sarà costretto a spendere per la guerra (…) Lui è testardo, ma il sistema è più forte”, le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca.
Reazione tiepida anche a Pechino. Durante un briefing quotidiano, il portavoce del ministero degli Affari Esteri cinese, Mao Ning, si è limitato a dichiarare che “le elezioni presidenziali statunitensi sono affari interni” e che Pechino “rispetta la scelta del popolo americano”.
Il direttore generale dell’Ufficio per la sicurezza nazionale di Taiwan, Tsai Ming-yen, si è detto fiducioso che “gli Stati Uniti continueranno il loro attuale approccio di contenimento della Cina e di amicizia con Taiwan” – nonostante il tycoon in passato non abbia lesinato critiche a Formosa per la presunta concorrenza sleale nel campo dei semiconduttori e per aver “abusato” (come Kyiv) dell’ombrello di protezione USA.