Nel capolavoro di Michelangelo, il “Giudizio Universale”, affrescato nella Cappella Sistina, uno dei più famosi tesori culturali e artistici della Città del Vaticano, una figura femminile potrebbe nascondere un dettaglio inaspettato: i segni di un possibile carcinoma al seno.
È quanto ipotizzato da alcuni ricercatori, che hanno analizzato l’opera e riportato i risultati su The Breast, una rivista scientifica internazionale della Australasian Society for Breast Disease. La donna, che è raffigurata con un solo velo blu a coprirla, tiene una mano sulle costole sotto la mammella destra, che appare sfigurata in modo coerente con i sintomi di una malattia oncologica, specialmente nella zona sotto l’ascella.
L’analisi si è soffermata sull’immagine, dove emergono particolari che potrebbero alludere a un cancro. Raffaella Bianucci, bioantropologa presso l’Università di Parigi Saclay, ha osservato attentamente il particolare dell’areola, che appare irregolare, segnata da evidenti segni di erosione e da un capezzolo retratto. Inoltre, sotto l’ascella destra, si nota un rigonfiamento compatibile con un linfonodo ingrossato, altro segno che potrebbe essere interpretato come un indicatore di carcinoma.
La possibilità di leggere questo dettaglio come sintomo di cancro al seno apre riflessioni sulla conoscenza medica dell’epoca e sull’abilità di Michelangelo di cogliere dettagli anatomici con precisione sorprendente.
Come sottolinea Bianucci, l’artista rinascimentale non era solo un abile creativo, ma anche uno studioso appassionato di anatomia, un interesse che coltivò attraverso dissezioni di cadaveri e che gli permise di rappresentare i corpi con una verosimiglianza quasi scientifica.
Se l’intuizione dei ricercatori fosse corretta, il “Giudizio Universale” non rappresenterebbe solo un capolavoro pittorico, ma anche una testimonianza storica dell’esistenza e della consapevolezza del cancro già nel 1508, anno in cui l’artista iniziò a lavorare all’affresco. La presenza di questo dettaglio potrebbe suggerire anche un altro significato: la volontà del pittore di rappresentare, attraverso la malattia, l’ineluttabilità della morte, in un’opera che riflette temi di giudizio e redenzione.