Israele ha annunciato lunedì la sospensione dell’accordo che consentiva all’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, di operare all’interno dei suoi confini.
La mossa, destinata ad avere un impatto drammatico sugli aiuti umanitari destinati a Gaza, si allinea con una legge recentemente approvata dalla Knesset che punta a limitare le attività dell’agenzia, che lo Stato ebraico ritiene invischiata con i militanti di Hamas (accusa che l’agenzia respinge, pur avendo licenziato oltre una decina di dipendenti accusati di aver collaborato nei raid terroristici del 7 ottobre 2023).
Nelle scorse ore, intanto, Tsahal ha intensificato le proprie operazioni militari. Domenica, le forze israeliane hanno catturato un cittadino siriano accusato di collaborare con l’Iran. Sul fronte libanese, le forze armate di Tel Aviv hanno risposto ai lanci di un centinaio di razzi da parte di Hezbollah con una serie di attacchi in Libano e Gaza. L’esercito israeliano ha inoltre annunciato di aver ucciso lunedì Abu Ali Rida, un alto comandante di Hezbollah nel sud del Libano, colpito in un raid aereo condotto dall’aviazione israeliana. Rida, indicato come il leader di Hezbollah nella zona di Baraachit, avrebbe orchestrato attacchi con razzi e missili anticarro contro le forze israeliane e coordinato le operazioni del gruppo nell’area.
Durante una visita al confine settentrionale, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sottolineato la necessità di respingere Hezbollah oltre il fiume Litani e prevenire ulteriori tentativi di riarmo. “La sicurezza del nostro confine settentrionale dipende dalla nostra capacità di neutralizzare le minacce, rispondendo con forza a ogni attacco,” ha dichiarato Netanyahu, in una nota diffusa dal suo ufficio. Le forze di difesa Israeliane hanno dichiarato che l’eliminazione di Rida fa parte di un più ampio sforzo per smantellare le infrastrutture delle milizie filo-iraniane nel sud del Libano e neutralizzare le minacce ostili.
In Libano, un attacco israeliano su un’area densamente abitata vicino a Sidone ha causato almeno tre vittime, mentre altre nove persone sono rimaste ferite, secondo quanto riportato dal ministero della Salute libanese e dai media locali. L’agenzia di stampa nazionale libanese ha riferito di altri raid israeliani nei pressi di un ospedale a Tebnin, nel distretto di Bint Jbeil, senza che venissero emessi preavvisi di evacuazione. Un altro attacco vicino a Tiro ha ucciso due operatori sanitari dell’Islamic Health Committee.
Dal 23 settembre scorso, oltre 1.940 persone hanno perso la vita in Libano a causa del conflitto, secondo un conteggio basato su dati del ministero della Salute libanese. Sul fronte israeliano, le perdite tra le forze armate ammontano a 38 soldati dall’inizio delle operazioni in Libano.
A Gaza, gli attacchi aerei israeliani hanno provocato la morte di almeno 30 persone domenica, come riportato dai soccorritori locali. L’esercito israeliano ha affermato di aver neutralizzato “dozzine” di militanti nella zona settentrionale di Jabalia.
Malgrado gli sforzi diplomatici per arrivare a una tregua siano sempre più lontani (in attesa del risultato delle presidenziali USA), domenica il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha dichiarato che un potenziale cessate il fuoco tra le milizie filo-Teheran e Israele “potrebbe influenzare l’intensità” della risposta di Teheran agli attacchi compiuti da Israele ai siti militari della Repubblica Islamica lo scorso 26 ottobre.
“Se loro (gli israeliani) riconsiderano il loro comportamento, accettano un cessate il fuoco e smettono di massacrare gli oppressi e gli innocenti della regione, questo potrebbe influenzare l’intensità e il tipo della nostra risposta”, ha detto Masoud Pezeshkian, citato dall’agenzia di stampa statale IRNA.
Sabato la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei aveva promesso una dura vendetta. “I nemici, sia gli Stati Uniti che il regime sionista, devono sapere che riceveranno sicuramente una risposta che spezzerà i denti a ciò che stanno facendo contro l’Iran, la nazione iraniana e il fronte della resistenza”, le parole dell’ayatollah in un discorso agli studenti di Teheran.