Il procuratore generale dell’Arizona Kris Mayes ha dichiarato venerdì che il suo ufficio sta indagando per stabilire se i commenti violenti dell’ex presidente Donald Trump nei confronti dell’ex deputata del GOP Liz Cheney abbiano violato la legge.
Nel corso di un comizio in Arizona, infatti, il leader MAGA ha definito la parlamentare come “una guerrafondaia radicale e ottusa”, che meriterebbe di trovarsi di fronte a un “plotone di esecuzione”.
“Ho già chiesto al mio capo della divisione penale di iniziare a esaminare quella dichiarazione, analizzandola per capire se si qualifica come minaccia di morte secondo le leggi dell’Arizona”, ha successivamente comunicato Mayes, “non posso dire con certezza se lo fosse o meno, ma sicuramente un’affermazione di questo tipo proprio non ci serviva mentre ci avviciniamo alle elezioni e cerchiamo di mantenere sotto controllo la situazione dei seggi elettorali del nostro Stato”.
Nelle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti nella giornata di venerdì, Trump ha difeso i suoi commenti su Cheney, definendola ancora una volta un “falco di guerra” e dicendo che “uccide le persone”. La portavoce della campagna del leader MAGA, Karoline Leavitt, ha inoltre aggiunto che quest’ultimo aveva “ragione al 100% sul fatto che i guerrafondai come Liz Cheney sono molto veloci a iniziare le guerre ed a mandare altri americani a combatterle, piuttosto che andare loro stessi in battaglia”.
Nell’ultimo mese, Trump ha intensificato la sua retorica violenta in campagna elettorale. Ha definito i democratici e i suoi avversari “nemici interni”, e ha giurato di usare l’esercito contro i cittadini americani. Nel pomeriggio di ieri, anche la candidata democratica Kamala Harris, che recentemente ha ricevuto l’endorsement della Cheney, si espressa sulla vicenda, condannando pesantemente le parole rilasciate da Trump nei confronti della figlia dell’ex vicepresidente americano Dick Cheney.
Harris ha detto che il leader MAGA è “perennemente in cerca di vendetta” ed è “sempre più instabile e fuori di testa”. “La lista dei suoi nemici si è allungata-ha aggiunto- la sua retorica è diventata più estrema e lui è ancora meno concentrato di prima sui bisogni, le preoccupazioni e le sfide del popolo americano”.
“Chiunque usi queste affermazioni violente-ha concluso Harris-non è assolutamente qualificato per essere il presidente degli Stati Uniti”.