Con la chiusura delle votazioni anticipate in Nevada, molti degli opinionisti e degli operatori politici più esperti dello Stato si trovano in forte difficoltà nel prevedere cosa accadrà. I repubblicani, entusiasti del loro vantaggio a sorpresa nel voto anticipato, affermano di essere sulla buona strada per fare dell’ex presidente Donald J. Trump il primo repubblicano a trionfare nello Stato dal 2004.
I democratici concordano sul fatto che i loro rivali hanno costruito un vantaggio insolito, ma sostengono che la loro preziosa macchina organizzativa porterà la vicepresidente Kamala Harris in testa. Come spiegato dal New York Times, però, ciò che rende diverse queste elezioni presidenziali è l’enorme numero di elettori che non si identificano ufficialmente con nessuno dei due partiti.
Capire chi sono queste persone, che nel 2022 hanno composto il più grande blocco di elettori del Nevada, e come o se voteranno, è stata una sfida cruciale per le campagne elettorali, che si affannano a raggiungerle per portarle dalla loro parte. Naturalmente, vista la massiccia presenza di elettori non partitici, diventa davvero difficile per i sondaggisti fare dei pronostici sull’esito delle urne.
Secondo l’ufficio del Segretario di Stato del Nevada, venerdì mattina circa il 46,5% degli aventi diritto aveva restituito le schede elettorali, di persona o per posta. I repubblicani stanno superando i democratici di circa cinque punti percentuali, facendo affidamento soprattutto su coloro che si recano di persona alle urne. I democratici, invece, stanno facendo molto meglio con i voti per posta.
Questi risultati rappresentano comunque un notevole cambiamento rispetto a quattro anni fa, quando Trump e i suoi alleati denigrarono a fondo ogni metodo di voto che non avvenisse di persona il giorno delle elezioni, causando un calo del voto anticipato tra i repubblicani. Secondo i dati del Segretario di Stato del Nevada, gli elettori apartitici e di altre forze politiche hanno rappresentato il 27,5% delle schede restituite. Ciò significa che per avere un quadro più chiaro della situazione, Harris e Trump dovranno assicurarsi che i loro sostenitori si presentino in massa alle urne.
Halee Dobbins, portavoce di Trump, ha dichiarato in un comunicato che l’affluenza repubblicana fino ad ora riflette l’entusiasmo delle persone per il leader MAGA. Sembra esserci preoccupazione, invece, in casa dem: la rappresentante del Nevada Dina Titus ha infatti affermato: “Non possiamo permettere che ci battano”.
Jeremy Hughes, uno stratega repubblicano che sta seguendo i risultati, ha invece convenuto sul fatto che gli elettori non partitici sono l’incognita, ma ha inoltre detto di aspettarsi che la loro affluenza rimarrà più bassa. Secondo quest’ultimo, l’aspetto più significativo, invece, è che i repubblicani hanno ridotto drasticamente il tradizionale vantaggio dei democratici nella registrazione degli elettori. “Si preferisce di gran lunga mettere in banca un voto ora, piuttosto che aspettare l’Election Day” ha concluso.