L’Unione Europea “pagherà caro” il suo rifiuto di acquistare abbastanza prodotti made in USA. A sostenerlo è stato martedì l’ex presidente Donald Trump durante un comizio ad Allentown in Pennsylvania, uno degli Stati chiave per le elezioni presidenziali della prossima settimana.
Trump ha accusato l’UE di beneficiare del mercato statunitense senza ricambiare in maniera adeguata: milioni di automobili europee trovano ogni anno spazio nelle strade americane, ma, secondo il candidato repubblicano, il trattamento riservato ai prodotti statunitensi, dalle automobili all’agricoltura, non sarebbe affatto reciproco.
“L’Unione Europea sembra così bella, così adorabile, no? Tutti quei Paesi europei, così carini, che si mettono insieme,” ha esordito il tycoon newyorkese. “Ma non vogliono le nostre auto. Non vogliono i nostri prodotti agricoli. Vendono milioni e milioni di auto negli Stati Uniti. No, no, no, la pagheranno cara”, ha proseguito.
La sua proposta è quella di introdurre il suo “Trump Reciprocal Trade Act” con dazi del 10% su tutte le importazioni provenienti dal Vecchio Continente (e addirittura fino al 100% dalla Cina). Una posizione che ha sollevato forti preoccupazioni tra gli economisti, i quali avvertono che un’azione così drastica andrebbe a stravolgere le catene di approvvigionamento globali, provocando reazioni ritorsive e inevitabili aumenti di costi per le imprese e i consumatori americani.
Nel mirino degli strali del tycoon è finito martedì anche Taiwan, che per Trump avrebbe “approfittato” degli Stati Uniti, sottraendo al mercato americano una fetta importante della produzione di semiconduttori senza sborsare alcunché per la propria difesa garantita da Washington.
“Quest’uomo è instabile, ossessionato dalla vendetta, consumato dal risentimento e in cerca di potere incontrollato,” ha commentato Harris. Nel suo comizio a Washington DC, la vicepresidente democratica ha descritto il rivale GOP “pericoloso” per il futuro del Paese.